Dal ristorante alla tavola il cibo arriva in bicicletta

Dal ristorante alla tavola il cibo arriva in bicicletta
LA PIATTAFORMAPESARO Pronto ad approdare in città un nuovo servizio nel settore del food e della ristorazione in genere. Da oggi anche a Pesaro c'è Deliveroo, la piattaforma on...

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LA PIATTAFORMA
PESARO Pronto ad approdare in città un nuovo servizio nel settore del food e della ristorazione in genere. Da oggi anche a Pesaro c'è Deliveroo, la piattaforma on line per la consegna di piatti pronti e food, dal ristorante direttamente a casa propria. Buona la prima, anche se i ristoratori pesaresi, dovranno capire, come e in che misura aderire.

La sperimentazione
Soddisfatte per ora le associazioni di categoria. Marco Arzeni, responsabile ristoratori Confcommercio, guarda al nuovo servizio con interesse. Prima è approdato in Europa, poi negli ultimi anni è arrivato anche nelle principali città italiane, e ora punta alla conquista delle realtà turistiche più piccole. La sperimentazione in questa fascia di città coinvolge al momento 9 realtà tra le quali, appunto, Pesaro. Dalla sede operativa di Milano, coordinata da Matteo Sarzana, direttore generale di Deliveroo Italia, ecco le prime informazioni sul servizio che è partito in città. In sintesi questo sarà il suo funzionamento: dovrà costituirsi una rete di catene o singoli ristoranti della città che scelgono di ottimizzare e ampliare i servizi al cliente con le consegne a domicilio. Tutto avviene attraverso una piattaforma web dove la società Deliveroo seleziona e mette a disposizione gli operatori dedicati al servizio, che gireranno per la città. Sono i cosiddetti rider (ovvero ciclisti in inglese), tutti comunque provenienti dal nostro territorio.
La flottiglia
Si parte da oggi con i primi 10 operatori rider selezionati per le consegne a Pesaro. Saranno facilmente riconoscibili dalla divisa e dal logo Deliveroo, e gireranno in scooter o in bicicletta elettrica muniti di tutti gli accessori per le consegne. Il nuovo servizio non è solo rivolto ai clienti e legato alla ristorazione ma rappresenta anche un'opportunità di lavoro in più per chi lo cerca e se la sperimentazione funziona, i numeri degli addetti alle consegne potrebbero aumentare. L'iscrizione per diventare rider avviene tramite la piattaforma con l'indicazione della città di riferimento e la residenza. Per il momento si propongono alla piattaforma giovani per lo più tra i 27 e i 30 anni, un target insomma capace di lavorare in rete con ristoranti e le catene di fastfood potendo contare su orari flessibili e su un compenso che offre la società di 11 euro all'ora.
«Nelle ultime settimane e sono tutt'ora in corso entra nel merito il direttore della sede di Milano, Sarzana la società sta prendendo contatti con i ristoranti che sceglieranno di aderire. Occorre informare e sensibilizzare i ristoratori e l'obiettivo di Deliveroo è arrivare a fare rete associando entro la fine di settembre a Pesaro una decina di ristoranti. Nella rete anche McDonald's e altri food come Burger King o American Graffiti , che si potranno avvalere dei rider per le consegne a domicilio».
I ristoratori
«Ad oggi non abbiamo avuto contatti formali con la sede operativa centrale ci spiega il presidente dell'Associazione ristoratori Confcommercio, Mario Di Remigio se guardiamo al servizio Deliveroo e al suo funzionamento in altre grandi città, si osserva un certo appeal e una crescita soprattutto fra le giovani generazioni. Credo che la società sia ancora nella fase di rodaggio, e per ora solo le catene di food hanno aderito, ma ci aspettiamo nelle prossime settimane di essere contattati come associazione o singoli operatori. Il servizio può essere sì un'opportunità verso utenti e clienti, ma il gestore dell'attività aderente, deve comunque versare una certa percentuale, intorno al 10 per cento alla società di riferimento, in questo caso a Deliveroo, sulla base dell'ammontare delle consegne. Tradotto, significa che per il ristoratore il servizio non rappresenta una fonte di redditività o guadagno, ma un'integrazione alla sua attività che serve comunque per coprire i costi di gestione dell'attività stessa».
Se piccolo è bello

Se il servizio nelle grandi città ha dato risposte anche ai ristoratori che proprio grazie alla possibilità di consegnare alimenti a domicilio ha ampliato il parterre dei clienti, il periodo di prova servirà anche per capire se il circolo virtuoso si afferma anche in contesti dove i numeri sono decisamente inferiori sia in fatto di operatori che di clienti.
Letizia Francesconi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere Adriatico