Ci sono sempre spazi di miglioramento, ammette Mancinelli: «Si può lavorare a una migliore organizzazione della macchina comunale, come si può immaginare un diverso assetto di...
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Valeria Mancinelli conclude festeggiando una domenica elettorale che per lei era iniziata non molto presto, vista la maratona notturna che l'attendeva tra spoglio e cerimoniale post voto. Ha fatto visita a un'amica, poi la spesa in un supermarket, ha pure celebrato in municipio le nozze del fratello di un caro amico. Alle ore 12 e 45 s'è presentata al seggio elettorale numero 12, alle scuole Pascoli di via Cadore. Era accompagnata da una giovane amica di famiglia usata come talismano («al primo turno mi aveva portato fortuna, così le ho chiesto di riaccompagnarmi», ha svelato) ed è entrata scortata dal portavoce Carlo Rossi.
Il seggio quasi deserto
A quell'ora i seggi delle Pascoli erano pressoché deserti e così il sindaco ha sbrigato in fretta la pratica. Poi, tappa in pasticceria per uscirne con un vassoio, pranzo a casa, relax sul divano davanti alla tv e passeggiata al Passetto, il suo lido preferito. Alle cinque del pomeriggio, s'è fatta viva sui social cinguettando un messaggio neutrale: «È un giorno sicuramente emozionante per me, ma lo è soprattutto per Ancona. Ogni voto è un pezzo del suo futuro». A cena ha radunato un gruppo di fedelissimi e amici a un tavolo di Villa Romana, poi intorno alle 23 s'è diretta alla sede del Comitato elettorale sotto la Galleria Dorica, aspettando i risultati. I primi dati ufficiali, quelli sull'affluenza definitiva delle 23, già sbilanciavano i pronostici verso la Mancinelli, visto che partiva in largo vantaggio, con una dote di 8.430 voti in più dello sfidante. E con quasi sei elettori su dieci lontani dalle urne, si poteva intuire che l'elettorato dei due candidati usciti di scena, soprattutto quello pentastellato, non aveva fatto rotta su Tombolini. Alla fine votano 34.378 anconetani su 80.551 aventi diritto, il 42,68%. E votano in larga maggioranza lo stesso sindaco degli ultimi cinque anni, dando fiducia ai suoi impegni. «C'è un lavoro da finire».
Lorenzo Sconocchini
Massimiliano Petrilli
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Corriere Adriatico