«C'è chi è stato richiamato al lavoro ma non ha più i soldi per la benzina»

«C'è chi è stato richiamato al lavoro ma non ha più i soldi per la benzina»
L'APPELLOPESARO Storie di artigiani appesi a un filo, quello della cassa integrazione. Soldi che non arrivano e stanno costringendo lavoratori e famiglie a enormi sacrifici e...

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L'APPELLO
PESARO Storie di artigiani appesi a un filo, quello della cassa integrazione. Soldi che non arrivano e stanno costringendo lavoratori e famiglie a enormi sacrifici e persino paradossi. Dovrebbero percepire le mensilità aprile e maggio, grazie all'assegno ordinario Fsba (Fondo di Solidarietà Bilaterale per l'Artigianato). Ma tutto è fermo come spiega Marco Monaldi, segretario Cgil Artigianato: «La situazione è molto critica e difficile. Riceviamo continue chiamate dei lavoratori che sono allo stremo e non riescono ad arrivare alla fine del mese. C'è chi è indietro con gli affitti e solo per la comprensione dei proprietari non si sono visti arrivare lo sfratto. C'è chi non sta pagando le utenze di luce, gas e acqua. Qualcuno centellina la spesa cercando le offerte. Ma c'è persino chi è stato richiamato al lavoro ma non ha neppure i soldi per la benzina. Situazioni diffuse in provincia e che stanno diventando difficilissime là dove nel nucleo famigliare entrambi sono artigiani o comunque non lavorano. Occorre accelerare se non si vuol far esplodere la situazione».

Cosa serve
La Cgil denuncia quindi ritardi nelle erogazioni degli ammortizzatori sociali. Questa volta riguarda gli addetti di un settore strategico della nostra economia: il comparto artigianato. Quei lavoratori che hanno dovuto sospendere l'attività nei mesi di aprile e maggio. «Come organizzazione sindacale dobbiamo constatare, ancora una volta spiegano alla Cgil Artigianato - che le nostre previsioni rispetto ai ritardi nel pagamento dell'assegno ordinario Fsba ai lavoratori dipendenti dei settori dell'artigianato si stanno purtroppo avverando. In questo caso il ritardo va addebitato all'applicazione di un meccanismo farraginoso, inserito nel Dl Rilancio, che prevede una procedura e un sistema di rendicontazione assurdo e incomprensibile richiesto a Fsba, che non ha permesso ad oggi l'effettivo versamento da parte del governo delle esigue somme pari a 750 milioni di euro circa, che comunque non basteranno per la copertura di tutto il mese di aprile sul piano nazionale. Bisogna necessariamente ricordare che il comparto dell'artigianato è strategico per l'economia del Paese e il sostegno all'occupazione in questa fase di crisi deve essere garantito concretamente, tanto più che in questa condizione di difficoltà economica ci sono più di 700.000 lavoratori dipendenti di piccole e piccolissime aziende, che ancora attendono la copertura di questo ammortizzatore sociale per i mesi di aprile e maggio 2020».
Impatto sociale

I dati della provincia di Pesaro e Urbino hanno un impatto sociale rilevante: i lavoratori in attesa sono 11.626 su un totale di 2.575 aziende. Nelle Marche sono circa 45 mila in attesa. «Siamo molto preoccupati per la situazione - puntualizza Marco Monaldi - non solo per i ritardi nell'erogazione dell'assegno ordinario, ma soprattutto perché se non ci saranno ulteriori e cospicui finanziamenti per i fondi di solidarietà, non saranno sufficienti a coprire le richieste. Inoltre se dovesse perdurare il ritardo nell'erogazione delle risorse, rischieremo di arrivare alla ripresa dopo le ferie senza che sia data una risposta alle tante lavoratrici e lavoratori artigiani».
Luigi Benelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere Adriatico