The Cal 2019, le donne del Calendario Pirelli tra sogni e ambizioni nell’era #metoo

Da sinistra i ballerini Sergei Polunin e Misty Copeland, il presidente di Pirelli Marco Trochetti Provera, l'attrice Laetitia Casta, il fotografo Albert Watson, l'attrice Julia Garner, la modella Astrid Eika ed il ballerino Calvin Royal
MILANO - Nell’anno del #metoo e della forte presa di posizione contro la violenza sulle donne il Calendario Pirelli, The Cal 2019, non ritrae solo i corpi ma le vite di...

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MILANO - Nell’anno del #metoo e della forte presa di posizione contro la violenza sulle donne il Calendario Pirelli, The Cal 2019, non ritrae solo i corpi ma le vite di quattro donne. Partendo dal tema del «sogno come riflessione su quello che sarò e farò domani», spiega il fotografo Albert Watson, «l’obiettivo era esplorare le donne e creare una situazione che proponesse una visione positiva delle donne di oggi». «C’è un messaggio simbolico: le donne si fanno sentire, siamo importanti e abbiamo cose da dire importanti - sottolinea Misty Copeland, una delle modelle -. E abbiamo uomini accanto che ci sostengono in questo».

 

Le attrici Laetitia Casta, Gigi Hadid e Julia Garner e la ballerina Misty Copeland diventano dunque interpreti di sogni e ambizioni e come nella quotidianità hanno accanto a loro degli uomini che sono fidanzati o amici, che sostengono e condividono con loro impegno, delusioni e sfide. «Albert ha cercato di catturare qualcosa dalle nostre anime più che dai nostri corpi» conclude Casta. Prosegue il percorso di Pirelli che dal 2016 ha dato una svolta a The Cal, abbandonando l’immagine della donna ‘pin up’ e puntando sui valori, l’impegno e i successi femminili, in un certo senso anticipando il movimento #metoo. Siamo lontanissimi dall’immagine sexy e trasgressiva presentata da Steve Meisel nel 2015; Albert Watson piuttosto prosegue sul sentiero tracciato da Annie Leibovitz e in cui si sono inseriti sia Peter Lindbergh (2017) che Tim Walker (2018). Il fotografo di moda scozzese, che ha studiato grafica e cinema prima di approdare alla fotografia nel 1971, torna alle sue origini realizzando degli scatti che vogliono essere dei ‘fermi immaginè e alle modelle (e modelli) chiede: «Mettete in scena i vostri sogni».
 
 


«L’idea iniziale era quella di realizzare un film, un documentario in quattro parti. Poi si è aggiunta l’idea del sognare, nel suo significato di ‘riflettere sul domanì - spiega il fotografo durante la presentazione nella sede di Pirelli a Milano -, di cosa fare del proprio futuro, collegandolo alle proprie ambizioni». «Non è il mio modo abituale di lavorare (Watson si dedica alla moda, agli spot pubblicitari e ai manifesti per il cinema), ma una combinazione di grafica e cinematografia - aggiunge - ho voluto rompere gli schemi, sia negli abbinamenti dei personaggi (due fidanzati, due amiche, una donna single e il suo amico e confidente) che delle storie». «I fotografi sono competitivi, guardano sempre cosa è stato fatto l’anno prima. Ho voluto dare a Pirelli qualcosa di diverso da quanto fatto prima e se il genere ‘pin up’ è stato esplorato tante volte, ora è bello esplorare altri territori, come il cinema». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico