Tarraco conquista il Sahara. Il maxi Suv di Seat a proprio agio tra sabbia e dune del deserto

La Seat Tarraco a proprio agio nel deserto del Sahara
ERRACHIDIA - L'acronimo di Suv è noto a chiunque. Gli Sport Utility Vehicle sono la certezza su cui poggia il mercato dell'auto. Garanzie a cui pure il brand Seat...

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ERRACHIDIA - L'acronimo di Suv è noto a chiunque. Gli Sport Utility Vehicle sono la certezza su cui poggia il mercato dell'auto. Garanzie a cui pure il brand Seat è attratto da diverso tempo, la cui gamma si è recentemente allargata con l'innesto della Tarraco. Suv maxi per il marchio di Martorell, che prende il primo posto in famiglia se il termine di paragone sono le dimensioni. I 4,735 metri di lunghezza sono la conferma di quanto appena asserito.


Tutto nella norma, sia per caratteristiche tecniche (il bacino è quello dei modelli del Gruppo Volkswagen), sia per destinazione d'uso. A meno che non si voglia trascendere la regola che i Suv moderni, di cui Seat Terraco è una validissima rappresentante, siano impiegati esclusivamente in città. Per farlo non è stato nemmeno necessario attrezzarsi di tutto punto, sostituendo solo i pneumatici originali con una versione M+S (Mud e Snow, fango e neve). Ma è stata soprattutto l'ambientazione a fare davvero la differenza: il deserto del Sahara.

L'infinito di sabbia e dune non è sembrato un avversario così ostico da affrontare per la Tarraco. I limiti sono quelli di un Suv, ma la presenza del sistema 4Drive a quattro ruote motrici, regolabile su più livelli in funzione della modalità di guida inserita, è stato un vantaggio tangibile di questa alternativa esperienza di guida. Anche perché, se angoli d'attacco e uscita più generosi avrebbero reso il numero di ostacoli “disponibili” ancora più ampio, è la trazione di Tarraco la protagonista assoluta nella guida nel deserto. E il vantaggio di giocare con la sabbia su una vettura di tale calibro, è di poter godere sempre del massimo del comfort di marcia, a cui fa seguito un livello d'infotainment di ultima generazione, a cui potete connettere ogni “forma” di smartphone. Certo, molte delle app disponibili sono pressoché inutili all'interno del deserto del Sahara, ma sapere che ci sono può sempre essere di conforto.


Tutto è partito dalla città di al-Rāshīdiyya, in Marocco, capoluogo dell'omonima provincia nella regione di Draâ-Tafilalet; pochi i chilometri che separano dal confine con l'Algeria. Quelle affrontate sono le dune del Sahara del nordovest, l'inizio del grande deserto. Ad impressionare, oltre alla sfida del terreno sabbioso, è l'importante escursione termica: 22 i gradi durante il giorno, 2 quelli che ci ha riservato la notte. L'ultimo dei problemi se ci passate con una Seat Tarraco. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico