Peugeot 505 TD, la sfida di un diesel nei rally. Nel 1982 la Casa del Leone sfidò le berlinette da 300 cv

La Peugeot 505 TD
ROMA - Nel 1982, la filiale italiana di Peugeot prese una decisione che sembrava un grosso azzardo: far correre nei rally una 505 Turbodiesel. Una scelta difficile, se si pensa...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ROMA - Nel 1982, la filiale italiana di Peugeot prese una decisione che sembrava un grosso azzardo: far correre nei rally una 505 Turbodiesel. Una scelta difficile, se si pensa alle vetture al top dell'epoca, berlinette sportive con motori anche plurifrazionati e con potenze che potevano superare i 300 cv.


Si era allora in pieno boom della motorizzazione Diesel e nel quale si sarebbe inserita di lì a poco la straordinaria 205. Una scelta coerente con quella innata voglia di Peugeot di lanciare delle sfide che ritroviamo anche oggi nell'epoca della transizione energetica.

Tra l'altro nel CIR di quell'anno era prevista una classifica specifica per auto con motore Diesel. Un motivo in più per raccogliere la sfida da parte di Peugeot, che acquistò dalla filiale francese una delle 505 TD schierate l'anno prima nel campionato terra con alla guida l'ex pilota F1 Josè Dolhem, cugino del ferrarista Didier Pironi.

Omologata in Gruppo A (vetture di serie preparate) la 505 TD da rally che conservava a grandi linee le caratteristiche del modello sul mercato, fu sviluppata dall' l'AST di Valerio Avogadro. Invariato il motore di serie, il robusto quattro cilindri 2.300 cc con turbocompressore Garrett ed accreditato di una potenza di 88 cv a 4.700 giri/min. L'unica modifica fu l'adozione di una coppia conica più corta e dei rapporti al cambio ravvicinati.

Anteriormente e posteriormente furono adottati freni a disco più grandi ripresi dall'ammiraglia Peugeot 604, con dischi posteriori ventilati al posto di quelli pieni previsti di serie. A livello di assetto, da segnalare gli ammortizzatori rinforzati per fondi sterrati, mentre i cerchi di serie accoglievano pneumatici racing. Per contenere il peso, lavorando entro i limiti consentiti dal regolamento, si arrivò a 1.200 kg contro i 1.300 kg del modello di serie.

La vettura venne affidata a Gianni Del Zoppo, un pilota che arrivava da un paio di stagioni di successo con le Peugeot 104ZS, affiancato da Elisabetta 釘etty Tognana, sorella del pilota che quell'anno avrebbe conquistato il titolo italiano. La 505 Turbodiesel debuttò al Targa Florio vincendo agevolmente nella sua categoria sui veloci ma impegnativi asfalti siciliani.

In effetti, la 505 Turbodiesel si dimostrò poi adatta a tutti i fondi, nonostante l’oggettivo handicap derivante dal peso e dalla fascia di utilizzo del turbo che aveva un grosso buco di erogazione in basso ed entrava concretamente in funzione dai 2.500 giri/min., con il massimo delle prestazioni erogate tra 4.000 e 5.000 giri/min.


Purtroppo, a metà stagione la CSAI decise di cancellare la categoria Diesel. Alla Peugeot 505 Turbodiesel non è rimasto quindi che gareggiare in Gruppo A, dove in ogni caso  è stata fonte di grandi soddisfazioni, con il primo (Del Zoppo) e secondo posto (Pittoni)di gruppo nel rally mondiale di Sanremo e l'11mo posto a San Marino. Del Zoppo, alla fine si piazzò terzo nella classifica del Gruppo A, categoria vinta quell'anno dall'attuale partner tecnico di Peugeot Italia Fabrizio Fabbri. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico