Domenica il terzo appuntamento del motomondiale 2016 sul circuito di Austin nel Texas, ma la storia che sta tenendo banco è ben altra. Tutto ha inizio il sabato con lo...
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I problemi qui emersi oltre che riguardare l’incolumità dei piloti vanno ricollegati a due aspetti, il primo è il cambio del fornitore di pneumatici da Bridgestone a Michelin che arriva in Moto GP in un momento piuttosto complicato e con moto sempre più potenti e veloci che innalzano continuamente il livello di impegno per qualsiasi costruttore. Il secondo ancor più focalizzante è il cambio di elettronica nella gestione del motore.
Infatti dal 2016 tutte le moto utilizzano la medesima centralina per il controllo della trazione, vale a dire il sistema che evita alla gomma posteriore di perdere aderenza e di slittare sull’asfalto o che almeno cerca di limitare quanto più possibile questo fenomeno. La nuova centralina unica prodotta dalla Magneti Marelli sostituisce quelle precedenti che ogni casa motociclistica sviluppava e costruiva per se stessa. Il risultato è che oggi il livello del controllo della trazione è molto meno evoluto rispetto a un tempo con l’intento di livellare le differenze tra alcune moto e con l’obbiettivo di lasciare più margine di controllo al pilota, che acquista così un ruolo ancora più importante. Nella pratica il risultato è che tutte le moto pattinano di più rispetto a prima e soprattutto le moto più potenti e brusche nell’erogazione del motore (come ad esempio la Ducati) deteriorano prima delle altre gli pneumatici posteriori.
La soluzione per ora non sembra certo dietro l’angolo e probabilmente nelle prossime gare potremmo assistere ad altre situazioni di questo tipo.
Corriere Adriatico