Mini fenomeno, una grande piccola. Il cambio automatico fa la differenza

La nuova Mini in versione Cooper S
PALMA DE MAIORCA - Pochi, ma buoni. Sono gli interventi a cui è stata sottoposta la Mini. Il riferimento va alle versioni 3 e cinque porte, a cui si aggiunge pure la...

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PALMA DE MAIORCA - Pochi, ma buoni. Sono gli interventi a cui è stata sottoposta la Mini. Il riferimento va alle versioni 3 e cinque porte, a cui si aggiunge pure la cabrio. Giunto il momento di aggiornare lo stile in previsione dei raggiunti limiti di età di metà carriera, il modello anglo-tedesco ci va abbastanza per il sottile. Anche se, alcune delle novità, sono una vera prima assoluta. Di sicuro il segno del restyling si misura direttamente dal logo.


Un rinnovamento che parte dal marchio, più stilizzato rispetto al passato. Nel capitolato delle novità che riguardano la gamma 3 e 5 porte e Cabrio, ci sono ovviamente i proiettori a Led con funzione Matrix per gli abbaglianti. In tema di illuminazione poi, originale e decisamente Mini, sono le luci posteriori a Led con design Union Jack. Un dettaglio ancora più marcato quando cala il buio. Ci sono pure da segnalare una serie di particolari che si rifanno a materiali e finiture, ulteriormente personalizzabili rispetto al passato. Tutto questo rientra nel programma Mini Yours Customised. A bordo è la presenza dello schermo touch a fare la differenza, proprio come sulla Countryman. Un passaggio che rende molto più agevole la fruizione del sistema, condiviso con la presenza della rotella tipica del Mini Connected.

Il rinnovamento stilistico non ha ovviamente abbandonato la tecnica, che ha ritoccato in parte la gamma motori. Nel senso che i tre cilindri destinati alle versioni d’ingresso, hanno subito un upgrade di 10 Nm alla voce coppia motrice. Così la variante One da 75 cavalli passa a 160 Nm e quella da 102 cavalli a 190 Nm. La differenza più sostanziale però, la fanno l’innesto delle nuove trasmissioni, tassello importante per rendere più efficiente il complesso Mini. In prima battuta, sulle versioni Mini One, Mini Cooper, Mini Cooper S e Mini Cooper D, è disponibile il cambio automatico a doppia frizione Dct. Sette rapporti per dare più vigore agli appassionati delle guida sportiva. Mentre per i potenziali fruitori del modello Cooper SD, l’alternativa automatica è rappresentata dal nuovo 8 marce di origine Aisin.

Di fatto l’avvento dei nuovi cambi per le Mini tre porte, cinque porte e Cabrio, consentono l’utilizzo della funzione coasting. Una funzione che si attiva in alcune distinte modalità di guida gestibili naturalmente da chi siede al volante: si tratta dei modi Mid e Green. Una funzione che consente alla trasmissione di disaccoppiarsi dal resto del gruppo motopropulsore. In sostanza è possibile viaggiare in modalità folle, risparmiando pertanto giri motore, ma soprattutto carburante. La sezione meccanica è rimasta sostanzialmente a come l’avevamo lasciata in precedenza. Anche se nel dettaglio si scoprono alcune differenze tra passato e presente, da motore a motore. Migliorie tese a sottolineare una maggiore performance alla voce efficienza.


Infatti la pressione massima di iniezione nei motori 3 cilindri della Mini One D e della Mini Cooper D è stata aumentata fino a 2.200 bar e nel 4 cilindri della Mini Cooper SD a 2.500 bar. Inoltre, il più potente dei tre motori diesel è ora equipaggiato con un turbocompressore a doppio stadio. Il numero di versioni si articola come l’attuale: oltre alla versione d’ingresso, sono a listino la Boost, la Hype e la Pro. Con l’aggiunta delle varianti Business e Business XL per i modelli 3 e 5 porte. Quanto ai prezzi, la portata di Mini fa rifermento ad una clientela di tipo premium. Così una Cabrio parte da 24.300 nell’allestimento base con motorizzazione One da 102 cavalli; ma arriva sino ai 41.300 della John Cooper Works in versione Pro. La 3 porte invece parte da 17.950 (18.800 la 5 porte) della One da 75 cavalli e sale sino ai 36.950 della JCW Pro. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico