Mahindra non sarà un fuoco di paglia, la leadership provvisoria base per ambiziosi traguardi

Felix Rosenqvist al volante della Mahindra di Formula E
ROMA – Gli indiani di Mahindra hanno creduto nella Formula E fin dalla prima stagione, anche se hanno dovuto aspettare fino alla terza per celebrare un successo....

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ROMA – Gli indiani di Mahindra hanno creduto nella Formula E fin dalla prima stagione, anche se hanno dovuto aspettare fino alla terza per celebrare un successo. Nel frattempo le vittorie sono salite a due, entrambe ottenute da Felix Rosenqvist, lo svedese che ha debuttato nel campionato 2016/2017.


Anche Mahindra, come gli altri costruttori impegnati direttamente nel circuito a zero emissioni, sfrutterà la Formula E per sviluppare tecnologie che poi presenterà sulle auto di serie. Il colosso indiano ha già in produzione alcuni modelli ed in futuro amplierà la gamma. Dalla scorsa stagione il team sembra aver trovato il giusto equilibrio interno.

Quella appena cominciata sarà la terza stagione per il tedesco Nick Heidfeld. L'ex pilota di Formula 1 (oltre 180 gran premi disputati) aveva debuttato con Venturi nel campionato elettrico d'esordio e nel frattempo è salito 8 volte sul podio, cinque delle quali nel 2016/2017. Mahindra si era affidata a Bruno Senna nella prima e nella seconda stagione: il brasiliano era stato affiancato dall'indiano Karun Chandhok nella prima e dallo stesso Heidfled nella seconda, con l'inserimento del britannico Oliver Rowland nella gara di Punta de l'Este, dove la Formula E torna a fare tappa quest'anno a causa del forfait di San Paolo.

Ronsenqvist e Heidfeld, insieme dalla terza stagione, sono stati i piloti della svolta. Hanno contribuito a trascinare Mahindra sul podio piloti ed a squadre lo scorso campionato ed hanno assicurato la leadership provvisoria al team nel circuito appena iniziato. Nella bacheca della scuderia ci sono 14 podi, 4 pole e 4 giri veloci. Le monoposto indiane si sono viste anche in testa per 134 giri, soprattutto grazie al pilota svedese che ne ha condotti 132. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico