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Dall’elettrificazione alla spina il cammino è stato lungo, ma il passo è stato breve. Sono bastati infatti due anni alla Lexus per arricchire la propria gamma full-hybrid con l’ibrido plug-in e l’elettrico avviando un percorso che porterà il marchio premium del gruppo Toyota a vendere in Europa solo auto ad emissioni zero entro il 2030, cinque anni in anticipo rispetto al resto del mondo. Era il 2004 quando debuttava la RX 400h che faceva tesoro di quello che la casa madre aveva fatto con la Prius nell’incredulità generale di chi vedeva nell’accoppiata tra il motore a scoppio e quello elettrico un’inutile complicazione. La storia ha detto chiaramente chi aveva ragione e quanto già costruito – circa 2,5 milioni di auto ibride prodotte e che ormai costituiscono il 95% delle vendite del brand in Europa – permette alla Lexus di prendersela con più calma, ma non senza avere le idee chiare. La strategia si chiama Lexus Electrified e vuol dire non solo aggiungere più elettroni, ma anche sfruttare l’elettrificazione per influenzare la dinamica del veicolo e “firmare” le sensazioni da dare al guidatore.
La riconoscibilità delle vetture passerà sempre di più attraverso questi elementi e, per trovare la sua nuova identità, mamma Toyota ha dato alla sua creatura prediletta un centro di ricerca e sviluppo nuovo di zecca e totalmente autonomo, a Shimoyama dove nasceranno le Lexus del futuro.
Ma la chicca più grande è il suo sterzo by-wire con volante a farfalla, come quello degli aerei e delle auto da corsa, che trasforma la guida della RZ in un’esperienza davvero nuova. Peccato che sarà disponibile solo dal 2025, quando già sarà arrivata la piccola che allargherà la clientela potenziale di Lexus. Nel futuro ci sono altre novità, ma la più significativa del nuovo corso “elettrificato” di Lexus è un’ipersportiva elettrica con quattro motori e batteria allo stato solido in grado di chiudere lo 0-100 in 2 secondi e percorrere 700 km con un pieno alla spina. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico