Allarme airbag difettosi, in Usa altri 30 milioni di richiami per dispositivi Takata. Si sommano a 67 milioni di veicoli già controllati

Airbag di un'auto
NEW YORK - L’ultimo atto del caso Takata - il costruttore giapponese di airbag che a seguito di milioni di richiami ha dovuto dichiarare bancarotta nel 2017 - potrebbe...

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NEW YORK - L’ultimo atto del caso Takata - il costruttore giapponese di airbag che a seguito di milioni di richiami ha dovuto dichiarare bancarotta nel 2017 - potrebbe coinvolgere aziende eccellenti come Porsche, Jaguar Land Rover, Ferrari e Tesla, oltre a tanti big dei motori come Bmw, Chrysler, Daimler, Ford, GM, Nissan, Mazda, Subaru e Toyota. Come riporta il settimanale tedesco Der Spiegel, il Dipartimento dei trasporti degli Stati Uniti, (NHTSA) ha avviato una nuova indagine su altri 30 milioni di veicoli dotati di airbag Takata potenzialmente difettosi. Questa procedura - l’ennesima in una querelle che dura da 10 anni e che ha coinvolto 67 milioni di auto, con il triste bilancio di 25 persone morte in tutto il mondo a causa di airbag difettosi - è nota al momento solo alle Autorità federali e alle aziende interessate, che sono state informate dall’ente federale NHTSA.

Come riferisce Der Spiegel l’ultimo richiamo di auto equipaggiate con airbag Takata era stato nel gennaio 2020. A quel tempo si scoprì che anche i sistemi Takata che erano stati riparati e aggiornati a seguito dei primi richiami potevano essere difettosi. L’azienda giapponese aveva infatti utilizzato il nitrato di ammonio negli airbag come ‘esplosivò per per provocare l’istantanea espansione del cuscino d’aria. Ma si era scoperto che l’umidità e le elevate temperature possono modificare le proprietà della sostanza chimica, causando un’esplosione troppo forte e perfino sparare parti metalliche del generatore di gas all’interno dell’ auto e ferire gli occupanti.

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Corriere Adriatico