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MARANELLO - Purosangue è una Ferrari senza compromessi. Lo dicono tutti, a Maranello: dall’ad Benedetto Vigna al direttore commerciale Enrico Galliera, dal capo del design, Flavio Manzoni, a Gianmaria Fulgenzi, a capo dello sviluppo. Fino ai meccanici, gli addetti ai lavori. Tutti. La realizzazione è stata un lavoro corale. Una vera auto sportiva, dalle linee completamente innovative e fuori dagli schemi che ha richiesto uno sforzo notevole anche dal punto di visto produttivo: circa l’80% dei componenti sono completamente nuovi. Una novità talmente attesa da far dire a Vigna che aveva “la pelle d’oca” mentre sollevava il telo.
«Purosangue - racconta Galliera - nasce dalla passione. Sappiamo che per alcuni è quantomeno discutibile che una Ferrari sia alta da terra, con dimensioni da berlina e capace di ospitare comodamente una famiglia. Ma - sottolinea - Ferrari fin dagli esordi ha rotto gli schemi dell’esistente, dando vita a concetti di vettura sempre nuovi. Purosangue è proprio questo. E la versatilità è la vera novità: permette di condividere l’esperienza di viaggiare su una Ferrari, si adatta all’asfalto come alle strade bianche come nessun’altra. Abbiamo fatto delle scelte: il telaio sportivo e leggero vuol dire niente gancio di traino e montante centrale. Il comfort elide i cinque posti - meno comodi delle due poltrone - e il motore ibrido, perché la spinta dell’elettrico non si addice a questo tipo di vettura. È stata lunga, ma siamo felici del risultato».
«Purosangue non è certo un fuoristrada - chiarisce Fulgenzi - ma è un’ auto capace però di regalare grandi emozioni sia sull’asfalto sia sulle strade bianche.
In Purosangue prendono corpo i moderni stilemi del Cavallino, e per un bizzarro gioco di tempi dei progetti, alcuni dettagli elaborati inizialmente per Purosangue - come i fari posteriori - hanno fatto già il loro esordio su altre vetture, più veloci nella “gestazione”. Un’altra sfida è stata la realizzazione di un abitacolo accogliente davvero per quattro persone, che possa trasportare anche dei bagagli. «Abbiamo tenuto sempre presente - dice ancora Manzoni - che è un’ auto sportiva, e deve essere leggera. Il montante centrale, ad esempio, lo abbiamo lasciato perché eliminarlo avrebbe richiesto un eccessivo appesantimento del telaio». Alcuni dei presenti hanno chiesto perché non vi siano tablet integrati negli schienali dei sedili anteriori, a favore dei passeggeri. »Pesano - spiega Manzoni - e in un’ottica di contenimento, anche pochi grammi fanno la differenza. Ci sono le prese usb, ciascuno userà il proprio device se lo vorrà».
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