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ANCONA Era solo questione di ore, visto che la variante Delta sta velocemente prendendo il posto di quella inglese e diventerà prevalente nel giro di un amen. Anche nelle Marche è stato segnalato il caso di due turisti stranieri del nord Europa in vacanza nella nostra regione che hanno manifestato i sintomi da Covid durante il soggiorno: fatti gli accertamenti, sequenziato il tampone, la conferma non ha tardato ad arrivare.
Si tratta della Delta. Subito si è attivata la macchina sanitaria per organizzare assieme al Paese di origine della coppia di vacanzieri un rientro in sicurezza come avviene in questi casi di prassi: ma nel frattempo i due stranieri sono stati messi in isolamento nella loro stanza per evitare il contatto con le altre persone.
I controlli
Dai primi accertamenti e dall’evoluzione dell’infezione, si suppone che abbiano contratto il virus poco prima di partire e che poi, una volta arrivati nelle Marche, abbiano iniziato ad accusare i primi sintomi del Covid.
Le zone a rischio
Non a caso la ministra della Sanità spagnola, Carolina Darias, ha confermato il boom di contagi di Covid che si sta registrando proprio tra i giovani: la Regione in questo caso ha attivato l’Asur per approfondire la situazione e in queste ore si capirà come far tornare i ragazzi, di cui uno sicuramente positivo e gli altri già in isolamento. Il nodo difficile da sciogliere è legato all’avanzamento della vaccinazione, che potrebbe subire uno stop improvviso davanti al muro di no vax che preferiscono evitare il siero antivirus. Nelle Marche, secondo il calcolo effettuato dall’osservatorio epidemiologico, sono circa 395mila le persone che ancora sono fuori dai radar della profilassi e che possono compromettere tutta la campagna contro il Covid.
Il nodo da sciogliere
L’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini in questo senso ha già attivato l’Asur per cercare di restringere il più possibile il numero dei non vaccinati. Ma sembra che uno stop al piano sia arrivato dal garante della privacy che avrebbe messo dei paletti sulle liste che la Regione avrebbe voluto consegnare ai medici di medicina generale con i pazienti ancora fuori dalla profilassi. Questo in teoria avrebbe consentito ai dottori di contattare personalmente gli utenti e cercare di fugare tutti i dubbi in merito alla somministrazione del siero. In pratica invece questa strada non sembra essere percorribile, tanto da indurre la Regione a studiare nel dettaglio l’organizzazione dei punti mobili di vaccinazione che dovranno raggiungere fiere, piazze e Comuni dell’entroterra ma anche i locali della movida.
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Corriere Adriatico