Vaiolo delle scimmie, le infezioni nelle Marche salgono a 5. ​Il prof Menzo: «Serve una campagna informativa»

Vaiolo delle scimmie, le infezioni nelle Marche salgono a 5. Il prof Menzo: «Serve una campagna informativa»
ANCONA  - E siamo a cinqueo. Nelle Marche è stato accertato un altro caso di vaiolo delle scimmie. La conferma arriva dal professor Stefano Menzo, direttore...

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ANCONA  - E siamo a cinqueo. Nelle Marche è stato accertato un altro caso di vaiolo delle scimmie. La conferma arriva dal professor Stefano Menzo, direttore del laboratorio di Virologia degli Ospedali riuniti di Ancona. Si tratta di un uomo di circa 40 anni, italiano, residente a Senigallia.  Il laboratorio che dirige il professor Menzo ha eseguito i test di amplificazione genica per la ricerca del dna del Monkeypox.


I precedenti


Il primo episodio di contagio certificato nella nostra regione risale al 4 luglio scorso, quando il virus era stato rilevato in un uomo residente nell’Ascolano rientrato dalla Spagna. Ora il totale è salito a quattro perché, nelle scorse settimane, un altro campione analizzato dalla Virologia di Torrette era risultato positivo al virus. Anche in quel caso, si trattava di un uomo. Gli ultimi tre soggetti contagiati non erano stati all’estero, quindi l’infezione si diffonde e non è più circoscritta a determinate zone del mondo. Ma c’è il rischio che si trasformi in una nuova pandemia? «Fino a qualche settimana fa, il contagio aveva una certa rilevanza - osserva Menzo - ma nell’ultimo periodo, almeno in Europa, sembra ci sia stata una frenata. Forse c’è una maggior consapevolezza da parte della popolazione a rischio rispetto a questo virus, a differenza degli Stati Uniti, dove invece il fenomeno sta esplodendo».

Rapporti promiscui

In ogni caso, il Monkeypox «non richiede restrizioni a carico della popolazione in generale, come successo con il Covid - rassicura il virologo - ma sarebbe opportuno fare una campagna informativa per coinvolgere la popolazione a rischio, ovvero i maschi omosessuali che hanno rapporti promiscui, magari prevedendo per loro la vaccinazione».Chi ha già ricevuto il vaccino contro il vaiolo, obbligatorio fino al 1981, può contare su una protezione che dovrebbe assestarsi sull’85%. Incrociando l’anagrafe vaccinale con una stima della popolazione regionale, emerge come nelle Marche siano circa 650 mila le persone già immunizzate. 

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Corriere Adriatico