Marche, l’assessore Aguzzi sta definendo il piano per l’arrivo degli ucraini: «Controlli ed eventuali quarantene al Covid hotel di San Giorgio»

Il materiale raccolto all’Inrca per gli aiuti in Ucraina FOTO MARINELLI
ANCONA - Un accordo con l’associazione degli albergatori per ospitare i profughi ucraini nelle strutture ricettive della regione più il Covid hotel di Porto San...

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ANCONA - Un accordo con l’associazione degli albergatori per ospitare i profughi ucraini nelle strutture ricettive della regione più il Covid hotel di Porto San Giorgio che servirà a isolare chi risulterà positivo. «Tutto seguendo un iter preciso, perché in questo momento non ci si può lasciare andare all’improvvisazione».

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Il summit
L’assessore regionale Stefano Aguzzi ha appena terminato l’ultimo di una serie di incontri per coordinare l’organizzazione degli interventi e delle attività di soccorso ed assistenza alla popolazione proveniente dall’Ucraina, come prevede la bozza del decreto della Protezione civile nazionale e mentre si attende di capire quale sarà il contributo delle Marche in questa fase di emergenza.

E nel frattempo ieri è partito un tir della Protezione civile regionale carico di aiuti umanitari destinati all’Ucraina: il materiale raccolto da Aree Vaste, Inrca, Ospedali Riuniti di Ancona e Marche Nord è destinato ad Avezzano, in Abruzzo, dove c’è il punto di raccolta nazionale per il Centro Sud Italia.

«Ci siamo attenuti rigorosamente a quanto ci sta chiedendo il Dipartimento di Protezione civile nazionale - ha spiegato Aguzzi - che ad oggi non ci ha chiesto di raccogliere indumenti o generi alimentari». Si tratta per lo più di medicinali e macchinari elettromedicali stoccati nell’hub dell’Inrca sotto il diretto controllo del dottor Massimo Di Muzio, responsabile dell’Unità operativa di farmacia clinica. E visto l’aumentare delle iniziative da parte di privati, volontariato, associazionismo e parrocchie, l’assessore ha lanciato un appello a «coordinare gli interventi con le Istituzioni. Stiamo ricevendo da più parti segnalazioni di raccolte di abiti e generi alimentari che non si sa come fare arrivare in Ucraina. Inoltre invito le famiglie che stanno accogliendo donne e bambini in fuga dalla guerra a dichiararne la presenza ai Comuni e alla Questura». 


L’appello


È prevista l’istituzione di un gruppo di lavoro di coordinamento regionale (Cor): a chi viene dall’Ucraina viene rilasciato un visto valido per almeno tre mesi, che da diritto anche al lavoro. «Il Cor darà indicazioni di massima sul tipo di ospitalità - conclude Stefano Aguzzi - e ci aspettiamo che da qui in avanti possano iniziare ad arrivare flussi organizzati di persone, mentre finora si è trattato di arrivi occasionali di persone giunte con mezzi propri e accolte da familiari e amici». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico