Tutti pazzi per il cibo delle Marche: vola l'export delle prelibatezze

Tutti pazzi per il cibo delle Marche: vola l'export delle prelibatezze
ANCONA - Cibo delle Marche che passione: vola l'export. Oltre 287 milioni di euro. Tanto vale l’export agroalimentare marchigiano...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ANCONA - Cibo delle Marche che passione: vola l'export. Oltre 287 milioni di euro. Tanto vale l’export agroalimentare marchigiano da gennaio a settembre di quest’anno, in aumento di circa il 6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo annuncia Coldiretti Marche su dati Istat relativi al commercio con l’estero.


LEGGI ANCHE:

Coldiretti, villaggio di Natale ad Ancona al via. E domani si parte con Jesi

Agricoltura, commercio e ristorazione: le Marche sono la regione più "bio" d'Italia


Un settore in crescita da tempo e che premia la professionalità delle aziende nel perseguire qualità e distintività dei prodotti. Tra le province è sempre Ancona a fare da traino con oltre 88milioni mentre Pesaro con 82 milioni è quella che ha fatto registrare il miglior aumento rispetto al terzo trimestre 2018: +15%. Seguono Macerata (55,6 milioni), Ascoli (54,3) e Fermo (6 milioni). “La qualità dell’agroalimentare italiano cresce sui mercati esteri - è il commento di Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – ma è necessario frenare gli attacchi rivolti al Made in Italy contrastando l’etichettatura nutrizionale a semaforo o il nutriscore sugli alimenti, sistemi di etichettatura fuorvianti, discriminatori e incompleti che indicano come rischiosi per la salute i pilastri della dieta mediterranea, riconosciuta Patrimonio Unesco”. Il rischio, per paradosso, è di dare poi il bollino verde a prodotto artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. E pensare che più della metà del valore delle produzioni agricole e manifatturiere alimentari marchigiane arriva proprio da scambi con i paesi dell’Unione Europa. In testa, tra i più innamorati della tavola marchigiana ci sono tedeschi e francesi, rispettivamente oltre 30 e 22 milioni e in aumento di circa il 4,7% e  il 17%. In aumento anche le esportazioni verso gli States nonostante le incertezze legate alle minacce di Trump di innalzare al 100% i dazi sui prodotti europei contro la digital tax: quasi un 25% in più per superare i 20 milioni di valore. Esportazioni che aumentano anche verso la Russia (+55%) e la Cina (10%). Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico