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Marche poco appetibili per un turismo d’élite senza un brand che le identifichi. È questa la critica mossa dagli imprenditori della ricettività di fascia alta. Oltre al fatto che manca una vera e propria offerta integrata, sempre di serie A, per chi sceglie una destinazione sulla base di servizi di livello luxury. Terzo: collegamenti e infrastrutture non all’altezza. E il quadro è completo. Ecco, dunque, il motivo per cui l’eccellenza dell’hotellerie marchigiana fatica a costruire un turismo da Costa Smeralda.
Il pressing
Il governatore Francesco Acquaroli in un’intervista rilasciata ieri al Corriere Adriatico ha invitato gli imprenditori del settore alberghiero a “crederci”di più nel rilancio del turismo e ad investire nelle strutture per arrivare a compiere quel salto di qualità tanto auspicato. Ma alle parole del presidente della Regione gli albergatori rispondono con richieste concrete per facilitare proprio quel percorso di upgrade. «La Regione dovrebbe creare il brand Marche», afferma Vittorina Nori Zuffellato, manager e imprenditrice che ha ridato vita a Borgo Lanciano con il relais di lusso. «Serve un marchio che identifichi le Marche, come è stato fatto per la Toscana e la Puglia - spiega l’imprenditrice - e dobbiamo farlo insieme: imprenditori, associazioni di categoria e istituzioni».
Il gioco di squadra
Dunque un gioco di squadra pubblico-privato per segnare il gol decisivo.
Alzare il livello
Innalzare il livello del turismo è un compito arduo, su cui intervengono una serie di fattori che molto spesso escono dal raggio d’azione, e di competenza, dei singoli albergatori. «Parliamoci chiaro, chi ha molti soldi da spendere non va dove non c’è un’offerta integrata all’altezza delle aspettative», lamenta il conte pesarese Alessandro Marcucci Pinoli, un antesignano del turismo a 5 stelle che con il suo Grand Hotel Vittoria ha sfondato il muro dei 50 anni di attività. «Non basta l’hotel di lusso - insiste l’albergatore - servono campi da golf, locali e ristoranti di charme. Altrimenti quel tipo di vacanzieri continuerà a scegliere la Costa Smeralda». Quindi servizi che siano in linea con il tipo di offerta ricettiva. Ma non solo: «Anche il personale qualificato è molto importante - continua il conte - ma sembra che dalle nostre parti non ci sia una formazione adeguata al livello richiesto dal nostro tipo di strutture». Un appunto che trova il parere concorde di Vittorina Nori Zuffellato, costretta a ricorre ad assunzioni extra regione per ricoprire alcune figure chiave nella sua struttura.
Questione di professionalità
«Cerchiamo in primis di dare lavoro al territorio - assicura l’imprenditrice che ha dato vita al resort di Castelraimondo - ma per i capiservizio siamo dovuti andare a Roma, tanto per fare un esempio. Questo ruolo deve essere svolto in modo eccezionale, e purtroppo nelle Marche non abbiamo trovato figure con la preparazione necessaria». Per capire da che parte cominciare: che cosa si aspetta il turista che arriva nelle Marche? «Servizi di qualità - risponde Beleggia - ma noi marchigiani su questo non siamo il top. E poi infrastrutture e collegamenti che facilitino gli spostamenti. Ma anche su questo dobbiamo ancora lavorare molto».
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Corriere Adriatico