Non sarebbe successo, se i bad boys della Bassa Modenese, i cattivi ragazzi che da più di un anno scippavano collanine nelle discoteche del Centro-nord, sospettati ora di...
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Non fosse stato che la Lanterna Azzurra era strapiena di ragazzini, almeno 1.200, mentre il locale era autorizzato per contenerne al massimo 871 e solo 459 nella sala dov’era atteso Sfera Ebbasta, numero che si riduce a 324, secondo i consulenti dei pm. E che le vie di fuga della Lanterna, in particolare l’uscita 3, dove cedettero le balaustre in metallo arrugginito e inciamparono a decine calpestandosi, erano rampe inclinate adatte per far scivolare le cassette di ortaggi verso i camioncini, come avveniva negli anni ‘50-60, non per essere utilizzate come uscite di sicurezza. Con scalini irregolari, fondo scivoloso, scarsa illuminazione. Al punto che i pm Paolo Gubinelli e Valentina Bavai a maggio hanno ottenuto il sequestro preventivo del locale, che non era neanche assicurato, evidenziando le «gravi carenze della struttura, che la rendono inidonea alla destinazione a locale di pubblico spettacolo». Di questo di occupa il filone d’indagine sulle responsabilità colpose, per cui la Procura ha già chiesto una proroga fino all’aprile prossimo per far emergere tutta la filiera di leggerezze, mancati controlli e sottovalutazioni dei rischi che hanno consentito prima di trasformare un fabbricato rurale, senza nemmeno variare la destinazione d’uso, poi di dare via libera al clubbing. Qui la Procura ipotizza i reati di omicidio colposo plurimo, lesioni aggravate, disastro colposo e falso nei confronti di 17 indagati, tra proprietari dell’immobile, soci della Magic Srl che gestiva la Lanterna Azzurra, responsabili della sicurezza e membri della commissione di vigilanza sui pubblici spettacoli, tra cui il sindaco di Corinaldo Matteo Principi. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico