L’affondo dei sindacati della sanità: «Da luglio 200 medici in meno nelle Marche». Cimo e Fesmed: «Basta promesse irrealizzabili»

Dal convegno di Cimo e Fesmed richieste puntuali per il futuro della sanità regionale
PORTO SAN GIORGIO - Essere partecipe, dare un contributo tecnico-manageriale e professionale alla riorganizzazione della sanità marchigiana è la richiesta dei medici...

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PORTO SAN GIORGIO - Essere partecipe, dare un contributo tecnico-manageriale e professionale alla riorganizzazione della sanità marchigiana è la richiesta dei medici ospedalieri e dei medici dirigenti dei sindacati Cimo e Fesmed, riuniti ieri in convegno a Porto San Giorgio.

Metodici, partono dall’analisi delle problematiche riguardanti la riorganizzazione del sistema sanitario regionale e avvertono che con la fine dell’emergenza Covid, il 31 marzo emergerà tutta l’inefficienza del sistema. 

 
Le assenze
Già il 1° luglio, i contratti essendo stati prorogati per altri 3 mesi, 200 medici non figureranno più nella pianta organica della rete ospedaliera se una norma non li autorizzerà a rimanere anche senza specializzazione. Ma mancheranno anche infermieri, portantini e pure personale amministrativo.

«La sanità – sostiene Gioacchino Di Martino, presidente del coordinamento regionale Cida Marche - ha avuto un ruolo determinante nella sconfitta del centrosinistra ma la giunta Acquaroli la sta peggiorando mortificando tra l’altro sempre più la dignità degli operatori sanitari. Chiediamo un’immissione di managerialità in un sistema che soffoca di burocrazia e che genera promesse irrealizzabili». I medici ospedalieri e i dirigenti non dicono no alla razionalizzazione, ma che sia fatta nel rispetto dei diritti dei cittadini, ossia di avere «un dottore che fa diagnosi e curi a fianco del posto letto».

«È dal 16 dicembre – sottolinea Luciano Moretti, segretario Cimo Marche – che chiediamo l’apertura di tavoli tecnici per discutere la progettualità del piano sociosanitario. Contestiamo che si investa su strutture che non sappiamo se rimarranno o verranno dismesse. Vogliamo sapere qual è il progetto, quali presidi saranno trasformati in ospedali di comunità, quali saranno i nosocomi di I e II livello. Sentiamo parlare di sanità a livello pubblicitario ma non a livello tecnico scientifico». E il masterplan dell’edilizia sanitaria legato al Pnrr per il sindacato dei medici punta esclusivamente sulle strutture e su investimenti in strumentazione senza parlare del personale. 


Quesiti a cui ha risposto l’assessore regionale alla sanità Saltamartini. «A breve ci sarà un convegno regionale dove saranno invitati sottosegretari e il ministro per discutere del grave problema di personale - ha sottolineato Saltamartini - Per la Regione e per i dirigenti della sanità, il Cimo e gli altri sindacati sono e devono essere interlocutori privilegiati perché solo così sarà possibile avere una foto reale del sistema, risolvere i problemi e colmare le lacune dell’organizzazione».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico