Distretti green a basse emissioni di carbonio, la Regione Marche ha scelto i primi Comuni. Ecco quali sono

Palazzo Gherardi ad Urbino
ANCONA - Immaginando un futuro sempre più green. La giunta ha approvato, lo scorso lunedì, lo schema di protocollo d’intesa per l’implementazione del...

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ANCONA - Immaginando un futuro sempre più green. La giunta ha approvato, lo scorso lunedì, lo schema di protocollo d’intesa per l’implementazione del Piano d’azione regionale per attuare misure sostenibili per lo sviluppo di distretti a basse emissioni di carbonio, che vede coinvolti la Regione ed i Comuni di Pesaro, Urbino e Pioraco.

Un documento redatto alla fine della prima fase del progetto, il 31 gennaio scorso, e da attuare nella fase due che si sviluppa tra febbraio 2022 e gennaio 2023). 

 
Le azioni
Il Piano contiene azioni ambientate in tre territori delle Marche, che rappresentano tre diverse tipologie di morfologia e struttura urbana. Lo scopo era quello di progettare e testare un distretto low carbon applicando uno strumento di certificazione ambientale sugli edifici e su scala urbana nei tre Comuni. A Pesaro, l’edificio pilota su cui fare la sperimentazione sarà la scuola secondaria di primo grado Antonio Brancati e, «nell’intento di ricostruire una nuova identità urbana dello spazio città – viene specificato nella presentazione del progetto –, verrà anche redatta la certificazione sostenibile secondo il protocollo Itaca del quartiere in prossimità della scuola, con particolare attenzione degli spazi afferenti ad essa». L’istituto Brancati sorge fuori dal centro storico, in una frazione dominata prevalentemente da architettura residenziale. 


Gli scopi


Lo scopo della certificazione urbana sarà proprio quello di mettere in risalto gli aspetti critici degli spazi pertinenziali la scuola, in modo da supportare la messa in opera di interventi futuri di riqualificazione sostenibile dell’intero distretto. Quanto ad Urbino, invece, le azioni si concentreranno sul centro storico della città, sull’immobile di Palazzo Maurizi della Stacciola (Palazzo Gherardi), sul collegio internazionale di proprietà dell’Erdis, e sul quartiere Canavaccio, situato fuori dal centro storico in una frazione caratterizzata da «pregio produttivo e residenziale. Il recupero e la riqualificazione degli spazi architettonici e urbani industriali, attualmente dismessi e bisognosi di interventi, porterà beneficio all’intera città di Urbino creando nuovi spazi senza ulteriore consumo di suolo, che consentiranno la riqualificazione ambientale e architettonica dell’area attraverso la rigenerazione, la rivitalizzazione e la creazione in quest’area di un distretto a bassa emissione di carbonio». C’è infine il progetto elaborato su Pioraco, nel Maceratese, che riguarda la ricostruzione della scuola primaria e dell’infanzia post sisma 2016, allargandosi poi all’area urbana che va dal centro storico fino agli impianti sportivi. «Lo scopo – prosegue la scheda illustrativa dei progetti allegata alle delibera 283 del 21 marzo – sarà quello di definire le prestazioni di riferimento in fase di progetto della qualità degli spazi pubblici, per poi sfruttare il protocollo come strumento di supporto alla decisione per una pianificazione urbana che risponda fortemente alla domanda di integrazione sociale». Un piano d’azione che si inserisce nel Progetto Interreg Europe LC Districts e che vede un partenariato composto, oltre che dalle Marche, da altri sei soggetti, di cui due spagnoli, due della Repubblica Ceca ed uno croato. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico