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ANCONA - Sullo sfondo del nuovo corso dell’Istao a guida Mario Baldassarri, si consuma una diatriba tutta politica che da Villa Favorita - sede dell’istituto - arriva fino all’aula del Consiglio regionale. Il motivo del contendere è il compenso chiesto dall’ex viceministro del Mef per il suo incarico alla guida della scuola di formazione manageriale: per la precisione, 150mila euro annui più iva, ovvero 186mila euro in totale.
Una richiesta formalizzata al consiglio d’amministrazione dell’Istao e che, già in quel consesso, ha fatto alzare più di un sopracciglio.
Il j’accuse
Una concomitanza di eventi tale da insospettire il consigliere regionale del Pd Romano Carancini, che ha puntato il dito contro la maggioranza, sostenendo che «questi soldi verranno usati per coprire i costi del compenso a Mario Baldassarri. È una cosa di una gravità assoluta. La quota di adesione della Regione all’Istao - ha proseguito - ammonta a 150 mila euro, previsti già nel bilancio di previsione. Questi 250 mila euro in più vi servono per pagare Baldassarri». Con un emendamento, Carancini ha poi chiesto che queste risorse aggiuntive fossero vincolate a progetti di interesse regionale, ma è stato bocciato dall’aula.
La replica
Dai banchi della giunta, non arrivano smentite alle parole di Carancini, ma l’assessore al Bilancio Guido Castelli fa sapere che «il contributo associativo della Regione sostiene il nuovo Piano di sviluppo Istao, a seguito della presentazione, il 27 maggio, della strategia triennale 2022/2024 dell’ente. Nel piano si propone una nuova strategia con un preciso focus basato su tre articolate linee di attività: master per giovani con laurea triennale; corsi executive per dirigenti e quadri di azienda; studi e ricerche. Il nuovo budget complessivo- conclude - deriva dalla somma di quello passato e degli incrementi dovuti alle nuove attività indicate». Sul compenso a Baldassarri, tuttavia, nessuna parola. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico