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ANCONA - Una riorganizzazione della continuità assistenziale per sopperire alla carenza di medici. La Regione ha siglato ieri con i medici di base un accordo declinato sulla gestione della guardia medica, con rimodulazione di orari nelle varie sedi ed aumento delle retribuzioni che passano dagli attuali 23 euro l’ora ad un massimo di 40, equiparando la cifra a quella percepita dalle Usca.
La riorganizzazione
A presentare il documento, definendolo «importante ed innovativo a livello nazionale», l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, affiancato dal segretario di Fimgg Massimo Magi, il segretario dello Snami Fabrizio Valeri, e la direttrice generale dell’Asur Nadia Storti.
Le sedi da coprire
Sulla scorta di questa mappatura, vengono definite due tipologie di sedi: gli hub, dove c’è più necessità di assistenza e dunque resteranno aperte 24 ore su 24, e le spoke, dove invece il servizio resterà chiuso di notte (H16, dalle 8 alle 24). «Una scelta coraggiosa e ponderata – il commento di Storti –, partendo dalle situazioni specifiche per analizzare i fabbisogni dei territori e arrivando a questo atto che rappresenta una risposta importante ed anticipatrice di quello che potrà avvenire con la definizione dei contratti a livello nazionale».
Il servizio
Nelle sedi principali sarà attivo un servizio di centrale telefonica che risponderà anche alle chiamate dei territori in cui sono presenti i presidi secondari, indirizzando il paziente al servizio di 118 o fornendo consigli utili. «Spesso le persone si rivolgono alle sedi spoke per micropatologie - spiega Magi - o semplicemente per un consiglio notturno», mentre Valeri fa notare come l’accordo «servirà a coprire il servizio in alcuni territori dove mancava». Ora si avvierà un percorso di accordi aziendali in ciascuna area vasta per attuare le disposizioni contenute nell’accordo in base alle carenze che ogni territorio registra. Nell’accordo vengono fornite anche indicazioni per la possibilità di remunerare i vaccini anti Covid 19 eseguiti dai medici della continuità assistenziale nelle stesse modalità garantite ai medici di medicina generale (6,16 euro più percentuale di integrazione contributiva).
Martina Marinangeli
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Corriere Adriatico