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ANCONA Tra gli studenti italiani in quarantena a Malta a causa della crescita dei contagi Covid sull’isola, ci sono anche 9 ragazzi marchigiani: due risiedono in provincia di Ascoli e gli altri sono della provincia di Ancona.
Secondo fonti diplomatiche il numero delle persone il quarantena obbligatoria sarebbe salito a 150 con oltre 60 positivi: alcuni sono rimasti in isolamento in cinque strutture dell’arcipelago, prenotate col pacchetto di vacanza-studio, mentre la maggior parte è stata radunata in un albergo a 4 stelle. Lo ha confermato l’ascolano Stefano De Angelis, direttore generale del tour operator Giocamondo Study che, avendo organizzato vacanze-studio per 80 giovani, sta gestendo la difficile situazione venutasi a creare proprio a seguito del consistente incremento dei casi positivi per la pandemia sull’isola, legati anche a nuovi focolai nelle scuole di inglese presenti.
Il Covid hotel
«I ragazzi - ha spiegato De Angelis - si trovano in un hotel a di lusso, con assistenza sanitaria e cibo adeguati, grazie alle nostre reiterate sollecitazioni e all’attenta collaborazione da parte dell’Ambasciata italiana.
I contatti con l’Italia
Nel frattempo le famiglie dei ragazzi sono state sempre costantemente tenute informate dell’evolversi della situazione attraverso e-mail, messaggi e dirette zoom realizzate da Malta per rispondere a tutte le loro domande. L’ambasciata italiana a Malta, in stretto raccordo con il ministero degli Esteri, ha «svolto passi di sensibilizzazione presso le competenti autorità locali - si legge in una nota della Farnesina - per consentire il rientro in Italia di coloro che sono risultati negativi al tampone, ma per il momento la normativa maltese rimane confermata e non consente il ritorno nel nostro Paese, né per le persone positive né per i contatti stretti negativi, per 14 giorni». In questa situazione di emergenza il direttore del tour operator ascolano, Stefano De Angelis - ha raccontato che «i protocolli sanitari maltesi in questi casi non prevedono visite dei medici, ma solo consulenze telefoniche o trasferimento in ospedale. Da parte nostra, pur non avendo responsabilità sanitarie e avendo previsto per i nostri gruppi di giovani in soggiorno disposizioni anticovid rigidissime, ci siamo fatti concedere tanti permessi speciali dalla Public Healt per quanto riguarda l’autorizzazione a far entrare nuovo personale in hotel: trattandosi di minorenni non potevano non acconsentire che altri operatori si prendessero cura degli studenti».
Le spese assicurate
De Angelis chiarisce anche che sono subito state attivate le assicurazioni per non «far pesare sulle famiglie dei ragazzi il costo dell’ulteriore soggiorno per la quarantena: saremo noi ad anticipare i pagamenti per l’hotel anziché i nuclei familiari, per poi recuperare successivamente le somme grazie a specifiche polizze assicurative per il Covid che precauzionalmente avevamo fatto sottoscrivere».
mtb
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Corriere Adriatico