Andata e ritorno a Roma, stop ai Frecciabianca. La rabbia: «Era l'unico treno diretto per la capitale»

Sospeso il Frecciabianca per Roma. E scoppia l'ira dei pendolari: «Altri disagi»
PESARO  - Fanno un po’ sorridere i futuribili arretramenti ferroviari lungo il corridoio Adriatico e lo scontro politico su alta velocità e traffico merci...

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PESARO  - Fanno un po’ sorridere i futuribili arretramenti ferroviari lungo il corridoio Adriatico e lo scontro politico su alta velocità e traffico merci di fronte ai disagi che incontra chi deve viaggiare sui binari per Roma. Grandi manovre, ma mancano i servizi di base. L’allarme è partito da Pesaro dove i passeggeri sono su tutte le furie per l’ennesima grana su rotaia.

 

Dal 1 ottobre sono stati sospesi i Frecciabianca 8851 e 8852 che collegano Pesaro, Falconara, Jesi e Fabriano alla capitale. Si tratta del convoglio del primo mattino che arriva alla stazione Termini alle 10,57 in 3 ore e 41 minuti di viaggio, a partire dal pesarese piazzale Falcone e Borsellino. E ritorno da Roma verso le Marche alle 17,25. Siamo alle solite, l’unico diretto per raggiungere la città eterna è sparito. Il servizio clienti di Trenitalia fa sapere a chi telefona per prenotare il biglietto che la linea «per il momento viene sospesa perché si stanno aggiornando gli orari».


Lavori in corso
Lavori in corso, insomma, disagi prevedibili, tutto come da copione. Ma sul treno della protesta ieri è subito salito il consigliere regionale Pd Andrea Biancani, già paladino del potenziamento ferroviario per chi viaggia causa lavoro oppure diletto lungo i binari tra le Marche e la Capitale: «Il Frecciabianca scompare del tutto, dal 1 ottobre non parte più neppure da Ravenna - rilancia l’allarme il vicepresidente dell’assemblea legislativa -. Non è sparita solo la fermata di Pesaro, ma l’intera corsa sia andata che ritorno. È l’unico treno diretto per Roma. Mi auguro che sia solo un problema organizzativo, se così non fosse siamo pronti a dare di nuovo battaglia».

L’eventuale soppressione, sottolinea Biancani, «sarebbe inaccettabile», cosa che lo ha spinto a telefonare ai responsabili di Trenitalia per capire la situazione: «Mi è stato riferito che attualmente le corse del periodo autunnale sono in riprogrammazione, per cui molti treni non compaiono più nel sito. Non staremo comunque a guardare, subendo l’ennesima scelta che penalizza i cittadini, in particolare pendolari». È di per sé assurdo che le Marche «abbiano solamente un Frecciabianca che le collega alla Capitale e che l’unica alternativa siano i treni regionali oppure il Frecciarossa per Bologna che costa notevolmente di più. Quel treno è fondamentale perché utilizzato da chi lavora, imprenditori, liberi professionisti, amministratori, funzionari pubblici, e anche da chi deve prendere l’aereo a Roma per viaggi all’estero». Disagi all’andata, ma anche nella tratta di ritorno «dove il treno è spesso al servizio delle tante persone per intendono visitare le città marchigiane - precisa Biancani -. Un territorio come il nostro, che punta a essere attrattivo dal punto di vista turistico, e nel quale operano tante imprese a livello nazionale, ha bisogno di un collegamento stabile con il resto d’Italia».

 

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Corriere Adriatico