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PESARO Il piccolo di appena un anno gioca e sorride felice, passa dalle braccia del padre a quelle dell’altro padre. Già, perché Marco e Luca (li chiameremo così per garantire il loro anonimato) sono due papà tra i 30 e i 40 anni e hanno avuto il bimbo grazie a una Gpa, una gestazione per altri. Vivono a Pesaro e sono liberi professionisti. E ora sono davanti al tribunale dei minorenni per veder riconosciuta la duplice paternità.
L’inizio
Ma andiamo in ordine. «Ci siamo conosciuti quattro anni fa – spiegano – ed entrambi avevamo il desiderio di avere un bambino. Così ci siamo guardati intorno, ma una prima proposta era contraria ai nostri principi. In Ucraina ci hanno offerto un utero in affitto per 80mila euro ma uno di noi si doveva presentare come single e non dichiarare l’omosessualità. Poi avremmo dovuto portare il bimbo in Russia e dimostrare con un test genetico che uno di noi era il padre e infine arrivare in Italia. Tutto ciò sarebbe stato assurdo e contrario alle nostre volontà». I due papà non si sono persi d’animo e grazie ad alcune ricerche, confronti con chi aveva avuto esperienze simili sono volati a San Diego negli Stati Uniti dove la Gpa è possibile e garantita dallo Stato, regolata dalla giurisdizione americana. «Ci siamo rivolti a una agenzia e abbiamo donato il seme.
Il rischio
«Il rischio è che ci siano bambini di serie a, serie b e serie c. Noi ci siamo posti tante domande ma in questi mesi abbiamo capito che l’Italia non politica è più avanti della politica stessa. Un giorno una coppia di anziani si è avvicinata e si è congratulata con noi. C’è un pregiudizio della legge, ma non nella gente e questo ci conforta. Anche un papà lo ha fatto, cose che ci rendono felici. Nessuno ha mai puntato il dito, vogliamo solo il bene e la felicità di nostro figlio e la gente lo capisce». L’avvocatessa Claudia Fabiani sta seguendo la coppia in questo percorso legale che nelle prossime settimane arriverà a un compimento. La speranza è potersi presentare all’anagrafe del Comune di Pesaro per mettere per iscritto la doppia paternità. Il piccolo tutto questo non lo sa e continua a sorridere.
Corriere Adriatico