Luca e Marco, da Pesaro a San Diego per avere un figlio (che ora ha un anno): «Adesso chiediamo la duplice paternità»

I due papà hanno avuto il bimbo grazie a una Gpa, una gestazione per altri, effettuata a San Diego

Da Pesaro a San Diego, il figlio di Luca e Marco: «Ora duplice paternità per garantirgli il futuro». Nella foto il tribunale di Pesaro
Da Pesaro a San Diego, il figlio di Luca e Marco: «Ora duplice paternità per garantirgli il futuro». Nella foto il tribunale di Pesaro
di Luigi Benelli
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Domenica 30 Aprile 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 2 Maggio, 07:10

PESARO Il piccolo di appena un anno gioca e sorride felice, passa dalle braccia del padre a quelle dell’altro padre. Già, perché Marco e Luca (li chiameremo così per garantire il loro anonimato) sono due papà tra i 30 e i 40 anni e hanno avuto il bimbo grazie a una Gpa, una gestazione per altri. Vivono a Pesaro e sono liberi professionisti. E ora sono davanti al tribunale dei minorenni per veder riconosciuta la duplice paternità. 

L’inizio

Ma andiamo in ordine. «Ci siamo conosciuti quattro anni fa – spiegano – ed entrambi avevamo il desiderio di avere un bambino.

Così ci siamo guardati intorno, ma una prima proposta era contraria ai nostri principi. In Ucraina ci hanno offerto un utero in affitto per 80mila euro ma uno di noi si doveva presentare come single e non dichiarare l’omosessualità. Poi avremmo dovuto portare il bimbo in Russia e dimostrare con un test genetico che uno di noi era il padre e infine arrivare in Italia. Tutto ciò sarebbe stato assurdo e contrario alle nostre volontà». I due papà non si sono persi d’animo e grazie ad alcune ricerche, confronti con chi aveva avuto esperienze simili sono volati a San Diego negli Stati Uniti dove la Gpa è possibile e garantita dallo Stato, regolata dalla giurisdizione americana. «Ci siamo rivolti a una agenzia e abbiamo donato il seme. Abbiamo scelto da una banca dati la donatrice dell’ovulo e infine abbiamo conosciuto la gestatrice (che in America deve avere requisiti specifici come una indipendenza economica così da evitare ogni forma di sfruttamento ndr) che avrebbe portato in grembo nostro figlio per nove mesi. È stata lei a scegliere noi, ha conosciuto la nostra storia e ha voluto aiutarci». I nove mesi sono passati e i due papà sono tornati negli Stati Uniti. «Quando è nato è stata una grande emozione, siamo stati presenti al parto. Subito dopo ci è stato consegnato il bambino. È un cittadino americano, con un certificato di nascita di entrambi i genitori e con il doppio cognome». Tra pannolini, pappe e tanto amore è iniziata anche l’epopea legale. «Il nostro obiettivo è la bigenitorialità, molti tribunali hanno impugnato le trascrizioni con la doppia paternità». Ufficialmente solo il padre genetico è stato riconosciuto come il papà del bambino. «Così abbiamo iniziato le procedure per l’adozione, unica soluzione consentita dalla Corte Costituzionale e dalla Cassazione». Il tribunale ha inviato un assistente sociale per conoscere la coppia e redigere una relazione. «Ora aspettiamo che la legge faccia il suo corso per essere ufficialmente entrambi papà». Il tutto mentre il dibattito in Italia è tornato ad accendersi, con il governo che vorrebbe portare avanti una legge che vuole estendere il divieto di “surrogazione di maternità” previsto in Italia all’estero: il testo prevede di punire il cittadino italiano che la mette in pratica fuori dai confini nazionali (in Paesi dove è legale) con le pene previste per il reato in Italia, vale ma dire carcere da tre mesi a due anni e multa da 600mila a un milione di euro.

Il rischio

«Il rischio è che ci siano bambini di serie a, serie b e serie c. Noi ci siamo posti tante domande ma in questi mesi abbiamo capito che l’Italia non politica è più avanti della politica stessa. Un giorno una coppia di anziani si è avvicinata e si è congratulata con noi. C’è un pregiudizio della legge, ma non nella gente e questo ci conforta. Anche un papà lo ha fatto, cose che ci rendono felici. Nessuno ha mai puntato il dito, vogliamo solo il bene e la felicità di nostro figlio e la gente lo capisce». L’avvocatessa Claudia Fabiani sta seguendo la coppia in questo percorso legale che nelle prossime settimane arriverà a un compimento. La speranza è potersi presentare all’anagrafe del Comune di Pesaro per mettere per iscritto la doppia paternità. Il piccolo tutto questo non lo sa e continua a sorridere.
 

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