Pd, Curti allo scoperto: «Primarie? Allora torno in pista». L’ex sindaco di Force aveva fatto un passo indietro in nome dell’unità con la Manzi

«Sono pronto a mantenere la parola, ma con altre candidature ognuno decide per sé»

Augusto Curti
ASCOLI - I patti nel Partito democratico sono come la tela di Penelope: tessuti al mattino per poi essere disfatti la sera. Per risolvere il braccio di ferro fra gli aspiranti...

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ASCOLI - I patti nel Partito democratico sono come la tela di Penelope: tessuti al mattino per poi essere disfatti la sera. Per risolvere il braccio di ferro fra gli aspiranti alla segreteria regionale democrat, Augusto Curti e Antonio Mastrovincenzo, il partito, a livello nazionale, aveva proposto (ordinato?) il nome di Irene Manzi per prevenire le lotte intestine che a ogni congresso dilaniano il Pd ma a sorpresa l’ex assessore regionale, Manuela Bora, ha fatto saltare il tavolo E ora? Cosa faranno Mastrovincenzo e Curti? 

 

 
La scelta
Se il primo, ancora sembra tergiversare, il secondo ha le idee chiare e vuole sparigliare a sua volta le carte. «Per uscire dalla situazione di stallo a cui si era arrivati nel Partito democratico a livello regionale, in maniera responsabile, ho ritenuto formulare una proposta al nazionale che ci permettesse di andare verso un congresso unitario così da poter rimettere in moto nel minor tempo possibile l’attività politica regionale del Pd» dichiara l’ex sindaco di Force, Augusto Curti. «Quel percorso resta valido dinanzi ad una candidatura unitaria ma è ovvio che se dovesse venir meno la condizione dell’unitarietà lo scenario che si apre è del tutto diverso». Insomma se elezioni primarie si terranno, Augusto Curti si candiderà.


Le motivazioni
«Mastrovincenzo e io abbiamo dato la nostra disponibilità nel primo incontro con Enrico Letta a fare un passo indietro entrambi qualora ci fosse stata una candidatura unitaria condivisa da tutti come quella di Irene Manzi ma a quanto pare sembra non esserci più. In tal senso ci sono stati anche degli incontri con i sindaci del Pd». Sulla candidatura a sorpresa di Manuela Bora, Augusto Curti spalanca le braccia e preferisce contare fino a dieci. «Vedremo cosa ne penserà l’assemblea». «Io, comunque, manterrò fede alla parola data ma se ci saranno le elezioni primarie allora ognuno prenderà la sua strada e io un ragionamento su quale percorso imboccare l’ho fatto già».


Gli alleati


Ma chi sosterrà Curti? L’ex sindaco forcese cerca di smarcarsi dai nomi e dalle alleanze cristallizzate nella galassia del Pd. «Sarebbe antipatico farli ma si conoscono già. Certo è che io non rappresento solo un’area geografica come quella delle province di Ascoli e Fermo. Sono sostenuto dagli iscritti del Partito democratico che vanno da Pesaro fino ai confini con l’Abruzzo. Si tratta solo di riprendere un lavoro che era stato avviato all’interno del partito e che era stato sospeso come gesto di responsabilità per favorire una sintesi». Si vis pacem para bellum (se vuoi la pace prepara la guerra). Intanto Curti si prepara a indossare l’elmetto.

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Corriere Adriatico