«Torno a casa? Non ci credo, è finito un incubo». Le lacrime di Leopoldo Wick, l'infermiere assolto

«Torno a casa? Non ci credo, è finito un incubo». Le lacrime dell'infermiere assolto
ANCONA - È rimasto in silenzio, quasi incredulo, mentre il giudice leggeva la sentenza di assoluzione. Poi, Leopoldo Wick, 60 anni, con gli occhi colmi di lacrime, si...

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ANCONA - È rimasto in silenzio, quasi incredulo, mentre il giudice leggeva la sentenza di assoluzione. Poi, Leopoldo Wick, 60 anni, con gli occhi colmi di lacrime, si è congratulato con l’avvocato Francesco Voltattorni per poi abbracciare l’altro suo difensore, l’avvocato Tommaso Pietropaolo. E si è sciolto in un pianto liberatorio. «Torno a casa? Non ci credo: è finito un incubo» ha detto a caldo, frastornato del verdetto, dopo la batosta dell’ergastolo in primo grado.

 

«Ero troppo demoralizzato, pensavo che mi avessero condannato all’ergastolo. Non sarà facile tornare alla vita normale» ha detto l’infermiere, provato dalla detenzione di oltre due anni, che adesso dovrà essere reintegrato in servizio e in futuro, se l’assoluzione diventerà definitiva, potrà chiedere un risarcimento per ingiusta detenzione. La Procura, intanto attende le motivazioni, per presentare eventuale ricorso in Cassazione.


L’incubo


Per l’infermiere di Grottammare è stata davvero la fine di un incubo, durato oltre tre anni, da quel giugno del 2020 quando i carabinieri lo arrestarono. I giudici di secondo grado hanno disposto la sua immediata scarcerazione consentendogli così di trascorrere le festività natalizie con la moglie, il figlio e tutti i suoi familiari. «È stata fatta giustizia - commenta il suo difensore, l’avvocato Francesco Voltattorni -. La corte di assise di Ancona ha emesso una sentenza coraggiosa ribaltando quella di prima grado con una condanna all’ergastolo per sette omicidi e un tentato omicidio».

«È stato assolto perché il fatto non sussiste, è la formula più ampia che si possa immaginare - sottolinea l’altro difensore dell’infermiere, l’avvocato Tommaso Pietropaolo -. Significa che non ci sono prove. Wick ne ha subite tante, è due anni che sta in galera e non sarà facile per lui ricominciare la sua vita. Subito dopo la sentenza, non gli ho detto niente, mi sono reso conto che si era sciolto in lacrime, non ci credeva. Se fosse stato colpevole, sarebbe stato giusto condannarlo; ma siccome non lo è, mi dispiace per le parti offese che hanno perso i loro cari ma, come è stato più volte ribadito nel corso del processo, erano morti attese». 


I risarcimenti


Nell’assolvere Leopoldo Wick, e revocare i risarcimenti danni disposti in primo grado dopo la condanna all’ergastolo e disporne l’immediata scarcerazione, la corte d’assise d’appello ha anche condannato al pagamento delle spese processuali quelle parti civili che avevano impugnato la prima sentenza. Tira un sospiro di sollievo anche l’azienda sanitaria regionale. In primo grado, infatti, era stata costretta a pagare più di ottocentomila euro di provvisionali sui 6 milioni chiesti dalle parti civili.
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Corriere Adriatico