Marche, un 2016 di transizione ma il 2017 sarà l'anno della svolta

Un operaio in fabbrica
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ANCONA - Il 2016 sarà un anno di transizione per il tessuto produttivo delle Marche, soprattutto per la piccola e media impresa. Ma se la regione sfrutterà la propria vocazione manifatturiera, grazie alle potenzialità di una crescita globale sostenuta dalla dinamica della domanda interna, il 2017 potrebbe essere l'anno della svolta: il Pil marchigiano (+1,3%) è previsto addirittura in accelerazione rispetto a quello italiano (+1,1%).


È quanto emerge da un'analisi del Servizio studi e ricerche di Banca Monte dei Paschi di Siena sull'andamento economico della regione. Le Marche contano 172.350 imprese registrate (il 27% artigiane) ed una disoccupazione sotto il 10%. Il peso dell'industria in termini di valore aggiunto generato sul territorio è superiore alla media italiana, con una specializzazione in comparti meno penalizzati dalla crisi: tessile e abbigliamento, calzature e mobilio su tutti.    Banca Montepaschi segnala anche le criticità del sistema marchigiano: le difficoltà del comparto edilizio, e un alto grado di rischiosità del tessuto produttivo, che non facilita l'afflusso di nuovo credito: a dicembre 2015, il rapporto sofferenze/impieghi alle imprese sfiorava il 27%, contro il 18% italiano. Fra le zavorre, anche una dinamica demografica non favorevole: la regione ha uno degli indici di vecchiaia più elevati d'Italia.
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Corriere Adriatico