Il buco nei conti di Moncaro, che spende più di quanto guadagna: ricavi al palo e debiti per 38 milioni

Il buco nei conti di Moncaro, che spende più di quanto guadagna: ricavi al palo e debiti per 38 milioni
MONTECAROTTO Nelle montagne russe del bilancio di Terre Cortesi-Moncaro, ci sono due voci su tutte che delineano il quadro della situazione: i ricavi delle vendite, che al 31...

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MONTECAROTTO Nelle montagne russe del bilancio di Terre Cortesi-Moncaro, ci sono due voci su tutte che delineano il quadro della situazione: i ricavi delle vendite, che al 31 luglio 2023 ammontavano a 32.667.841 euro (in calo di 2.834.197 euro sul 2022), e i costi di produzione, pari a 38.071.180 euro, che hanno fatto segnare un +680.503 euro sull’anno precedente. Se la matematica non è un’opinione, il binomio costi&ricavi non rema a favore della cooperativa del vino, che sì registra un bilancio in attivo, ma per appena 112.901 euro (cifra peraltro inferiore a quella del 2022, quando ci si era assestati sui 123.470 euro). Se le uscite superano le entrate, va da sé che si apra un buco nei conti: e così, nel 2023 i debiti arrivano a 38.525.227 euro, 4.575.833 in più sull’anno precedente.

 

Le voci al microscopio

Il totale si compone principalmente dei 19.533.339 euro di esposizione nei confronti delle banche e dei 7.847.463 euro di debiti verso i fornitori. Una trend negativo che il consiglio di amministrazione, prima del ribaltone, stava provando ad invertire con la «riorganizzazione della struttura commerciale», si legge nella relazione del cda ai soci. La strategia messa nero su bianco è quella di aumentare il numero dei clienti e dei punti vendita serviti: «L'attenzione sugli aspetti economici è volta a recuperare la perdita di margini determinati dall'aumento considerevole del costo delle materie prime che si è protratto per tutto il primo semestre del 2023», spiega il documento.

E ancora: «Il recupero di marginalità dovrà inoltre far fronte all'aumento considerevole dei tassi di interesse che hanno un impatto notevole sull'incremento degli oneri finanziari dato l'ammontare complessivo dell'indebitamento». Proprio a causa di queste criticità, che hanno finito per influire negativamente sulla liquidità complessiva, il cda ha predisposto un piano finanziario previsionale per l’esercizio 2024, spalmato sui 12 mesi, che conta di centrare nell’anno in corso un aumento di fatturato del 6% determinato dall’incremento dei prezzi di vendita applicati a marzo/aprile. Tradotto: il guadagno dovrebbe arrivare dal rincaro sul costo del vino in commercio, non da un aumento delle vendite.

Le prospettive secondo il cda

Nonostante un’esposizione debitoria non indifferente, utili risicati e prospettive gravate dalle incognite dell’aumento dei tassi di interesse, nella relazione ai soci il cda mostra ottimismo: «Gli indicatori finanziari e patrimoniali evidenziano la capacità dell'azienda di finanziare le attività immobilizzate attraverso i mezzi propri o con i debiti a medio e lungo termine». Infatti, secondo i consiglieri all’epoca guidati dal presidente Doriano Marchetti i dati del bilancio «evidenziano che le fonti durevoli sono sufficienti a finanziare sia le attività immobilizzate sia l’attivo circolante».

Le nubi che si addensano

Ma considerando le fibrillazioni interne che hanno portato al ribaltone nel cda e la fuga dei dipendenti della Cooperativa Agricola Moderna, braccio operativo della Moncaro, i cieli sopra l’importante coop del vino sembrano tutt’altro che sereni. L’eufemismo del secolo.

 

 

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Corriere Adriatico