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ANCONA - La crisi, il Covid, la guerra. È la sintesi di quattro anni (dal 2019 al 2022) in cui la calzatura marchigiana prova a resistere ad eventi che avrebbero messo ko ogni settore in qualsiasi parte del mondo. Oggi più che mai la parola d’ordine è diversificare. Molto difficile se sei una piccola azienda senza un marchio conosciuto. Ma non c’è alternativa, soprattutto per quelle imprese che devono sostituire il mercato russo e ucraino. E devono farlo fin da oggi, in un momento in cui il commercio sconta ancora lo choc della pandemia, sia dal punto di vista delle vendite (ancora non al livello del 2019) e sia per l’approvvigionamento (e i costi) dei materiali.
La carta da giocare
Per intraprendere il percorso della diversificazione dei mercati di sbocco, un aiuto può arrivare dal Micam, il salone internazionale della calzatura che si svolgerà al quartiere fieristico di Rho-Milano da domani a martedì 15 marzo. Saranno un centinaio le imprese marchigiane presenti, su quasi 600 totali (e 821 marchi) a mostrare le collezioni per l’autunno-inverno 2022-2023.
La tempesta dall’Est
Anche in questo settore il peso della Russia è notevole. «Come sempre i calzaturieri non si fermano di fronte a nulla. Per noi il Micam è un appuntamento chiave all’interno di una campagna vendite che presenta molte difficoltà» sottolinea Valentino Fenni, alla guida del calzaturificio Dada di Grottammare e membro del comitato di reggenza di Confindustria Ascoli Piceno che poi prosegue: «Doveva essere il Micam della rinascita, soprattutto dopo le lunghe trattative che avevano garantito, grazie al supporto di politica e Camera di Commercio Marche, l’accesso ai clienti vaccinati con Sputnik». Ma non lo sarà per colpa della guerra. «Con che spirito arriveranno i buyers? Gennaio e febbraio non sono andati bene a livello di vendite, la gente è preoccupata. Ma dobbiamo sperare e come sempre convincerli con la nostra qualità», afferma Arturo Venanzi (calzaturificio Franceschetti di Montegranaro), reggente di Confindustria Fermo. In attesa di soluzioni con l’obiettivo di rendere meno doloroso il pugno in faccia scaturito dal conflitto tra Russia e Ucraina, i calzaturieri devono vendere e il Micam rappresenta un’occasione. Se russi e ucraini non verranno, se sarà difficile vedere buyer americani e asiatici, il Micam spera di recuperare presenze dall’Europa. La novità più importante di Micam è l’area Green Zone, dedicata alla sostenibilità. «Non è più una sfida, è il presente. Come Assocalzaturifici stiamo lavorando per promuovere e rafforzare il marchio di certificazione Vcs (Verified and Certified Steps)» afferma Venanzi.
Le diverse vetrine
Confermata l’area dedicata agli Emerging Designers mentre nel padiglione 1 sarà allestita l’area Micam X, dove si svolgeranno incontri e iniziative dedicati a quattro macrotemi: retail del futuro, sostenibilità, tendenze e materiali, art fashion heritage & future. Infine, al padiglione 3, lo spazio Tales Square, area ispirata alla campagna di comunicazione Glass Slipper.
Il taglio del nastro
L’inaugurazione di Micam e Mipel è stata curata dalla Camera di Commercio Marche con il talk “Aggiustare la rotta” in programma domani alle 12 a Micam X. Il direttore del Corriere Adriatico, Giancarlo Laurenzi, modererà il confronto a cui prenderanno parte il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, l’assessore regionale Guido Castelli, le imprenditrici Annarita Pilotti e Francesca Orlandi, il vice Ministro dello sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin e il presidente di Agenzia Ice Carlo Ferro.
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Corriere Adriatico