Niente più tagli ai vitalizi e le Marche si dividono. «Che casta». «No, giusto»

Sara Giannini e Silvana Amati
La notizia è questa: sono bastati tre voti a favore (e due contrari, quelli dei senatori della Lega, Simone Pillon e l’ex Cinquestelle Alessandra Riccardi) e la...

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La notizia è questa: sono bastati tre voti a favore (e due contrari, quelli dei senatori della Lega, Simone Pillon e l’ex Cinquestelle Alessandra Riccardi) e la Commissione Contenziosa del Senato ha ribaltato la decisione assunta con la delibera del Consiglio di presidenza che, nell’ottobre del 2018, aveva deciso il taglio dei vitalizi agli ex parlamentari. A Palazzo Madama è successo il finimondo mentre Maurizio Paniz, ex deputato e avvocato della maggior parte degli ex senatori che hanno presentato ricorso, cantava vittoria: «È stato ripristinato lo Stato di diritto». 


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Le reazioni non si sono fatte attendere nelle Marche, dove il braccio di ferro ha il sapore di uno scontro fra vecchie e nuove generazioni, tra una classe politica che ha superato abbondantemente gli anta e un’altra che invece ne ha ancora di strada da percorrere. E il senatore Giorgio Fede del Movimento 5 Stelle, classe 1961 ma fresco di incarico parlamentare, entra nella vicenda a gamba tesa: «Quando non c’è il M5S a fare da diga alla sfacciataggine della vecchia politica questo è quello che succede», dice dopo che la commissione ha reintegrato l’assegno pieno ai senatori in quiescenza. «È uno scandalo che in un momento del genere, con gli italiani che soffrono, i senatori si riprendano 22 milioni all’anno. Faremo ricorso». A frenarlo ci pensa l’ex senatrice Silvana Amati, un gigante del Pd regionale, a Palazzo Madama per tre legislature, dove ha ricoperto incarichi di prestigio: sorvolando sull’età, diciamo che lei è nell’elenco di chi avrà nuovamente il vitalizio pieno. «Ammetto che questo non è il periodo migliore e poi c’è uno strisciante odio per le istituzioni, ma è una sentenza giusta. È stato facile per i Cinque stelle cavalcare una battaglia antipolitica che ha messo tanti anziani ex senatori, anche novantenni, in seria difficoltà economica. Lo hanno fatto attraverso un percorso scorretto, con una forzatura normativa. Ho sentito che faranno ricorso e i tempi per una sentenza definitiva sarnno lunghi. Vediamo come andrà a finire». 


Il senatore Andrea Cangini di Forza Italia, di anni ne ha 51 ed è alla prima legislatura, ma anche per lui questo è un «fuoco di paglia, perché riguarda ex parlamentari che avevano maturato diritti prima dell’abolizione dei vitalizi, avvenuta nel 2012. Il fatto che i 5 Stelle abbiano voluto procedere con una delibera piuttosto che con una legge è l’errore originale che ha causato questa situazione. Adesso la beffa è doppia, perché quei soldi tolti dovranno essere restituiti». Tre legislature da deputata, una da senatrice e altre due da parlamentare europea: Luciana Sbarbati, bandiera del Pri marchigiano, donna e politica battagliera, non le manda a dire: «Non capisco tutta questa cattiveria nei confronti di duemila ex senatori che hanno servito lo Stato con dedizione ed impegno. Un accanimento eccessivo, anche perché tutte le volte che ci è stato chiesto un contributo di solidarietà non ci siamo mai tirati indietro. Siamo tutti vecchi, nel frattempo ne sono morti un centinaio senza avere ottenuto giustizia, si continuano a calpestare i diritti dei più deboli per sbandierare il vessillo dell’antipolitica. Io invece nella politica ci ho sempre creduto, a tal punto che le ho dedicato la vita, a scapito anche della famiglia. E non capisco perché dobbiamo essere trattai così». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico