OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
ANCONA - Nonostante il periodo non sia dei migliori (leggi virus) il vino delle Marche non si ferma. Anzi, raddoppia gli sforzi. Nelle cantine e per far crescere la sua immagine (e il peso) soprattutto all’estero. Oltre 3 milioni di euro di investimenti e una campagna di promozione globale a forte impatto digital.
È la ricetta 2020-2021 dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt), che mette in campo un piano di rilancio basato su Ocm vino (più di 1,6 milioni di euro) e Psr Marche 2014/2020 - Misura 3.2 (quasi 1,5 milioni di euro) attraverso una strategia di promozione multicanale capace di oltrepassare le barriere e portare i vini marchigiani nel mondo.
Le aziende coinvolte
Oltre 150 le aziende del territorio coinvolte da entrambi i progetti, per un calendario che prevede la partecipazione a fiere ed eventi internazionali come Vinitaly e Prowein, azioni di marketing integrate sul web e sui canali più tradizionali, ma anche l’organizzazione di degustazioni e workshop riservati a operatori ed esperti, sia in modalità virtuale che in presenza. Tra i mercati target, Stati Uniti e Canada (che insieme assorbono quasi la metà del budget), poi Cina, Giappone, Svizzera e Russia, con l’esordio di Regno Unito e Corea del Sud. «Se consideriamo la forte crescita nei ranking della stampa specializzata internazionale - sostiene Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt) - i nostri vini di punta hanno ancora ampi margini di espansione sulle piazze estere.
Gli scenari
Tra i top buyer per i vini marchigiani ci sono ancora gli Stati Uniti, seguiti da Germania, Svezia, Giappone e Regno Unito. Ambasciatore d’eccellenza, il Verdicchio, nelle Dop Castelli di Jesi e Matelica, con una produzione che nel 2019 ha superato i 20,7 milioni di bottiglie e che si concentra soprattutto nella zona di Ancona. Una provincia in cui, secondo Istat, anche nei primi 6 mesi del 2020 l’export ha continuato ad aumentare e rispetto al pari periodo di 3 anni fa è cresciuto di quasi il 30%.
Lo sguardo oltre
«Granulare. È la parola chiave - sostiene Lorenzo Tersi, esperto di agribusiness e made in Italy - per valorizzare al meglio l’ammontare complessivo messo disposizione dei vini delle Marche. Occorre essere granulari, verticali massimizzare il ritorno di immagine e visibilità nei target dei mercati di riferimento e nelle platee di consumatori. Sia iniziative fisiche sia iniziative digital, perché i produttori hanno voglia di tornare a fare promozione nel mercato regionale, italiano, internazionale. C’è Roma che ha sempre salutato con favore il Verdicchio. Poi l’Inghilterra, mercato sia retail che fuori-casa, e il Giappone (nel 2021 le Olimpiadi). Un fetta rilevante - conclude Tersi - meriterebbero gli Stati Uniti evitando le solite città metropolitane ma puntando su California e Miami».
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico