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ANCONA - Un disastro annunciato. L’arrivo della variante Omicron a ridosso delle vacanze natalizie, ha generato un effetto domino sul turismo, inevitabilmente grande assente delle festività. Le disdette delle prenotazioni – tra positivi, isolati e chi ha preferito non spostarsi da casa – nelle strutture ricettive marchigiane sono arrivate all’80% e diversi alberghi della costa, che avevano puntato su una riapertura per il Capodanno, alla fine hanno preferito rimanere chiusi, complice un caro bollette che, dopo due anni di pandemia, rischia di far saltare il banco. Il recupero non c’è stato neanche nel weekend dell’Epifania, ultima, piccola speranza di salvare una stagione invernale partita nel peggiore dei modi.
Bilancio tra luci e ombre
Se la montagna è il segmento turistico che ha tenuto di più – con un tasso di occupazione delle strutture fino al 60% fino al 9 gennaio –, il resto è stata una mezza Caporetto. «Un bilancio decisamente negativo – non usa mezzi termini Emiliano Pigliapoco, presidente Federalberghi Marche –: purtroppo l’aumento dei contagi da variante Omicron ha comportato la cancellazione della maggior parte delle prenotazioni. È stato fortunato chi è riuscito a portare a casa un 20%. Per fortuna il governo ha capito che per il turismo vanno stanziati altri fondi, perché la situazione del comparto è davvero penalizzata.
Le richieste
È andata un po’ meglio nei b&b, ma non si può comunque parlare di risultato positivo. «Tutto molto sottotono – il bilancio tracciato da Lorenzo Chiucconi, presidente Asso B&b Marche e titolare del Bed & Wine degli Angeli nell’Anconetano –. La maggior parte degli ospiti si sono fermati una, massimo due notti per l’ultimo dell’anno. Per Natale, solo quei pochi che magari sono riusciti a venire a trovare i parenti qui nelle Marche. Nella mia struttura c’erano turisti piemontesi, ma non sono riusciti a scoprire il nostro territorio perché sono rimasti solo un paio di giorni a cavallo del Capodanno. Ci sono state anche diverse disdette. Comunque mi sento di sottolineare che erano tutti attenti, con seconda o terza dose e super green pass». La variante Omicron, tuttavia, non è stato l’unico problema. «Non è andata bene – osserva Massimiliano Polacco, direttore Confcommercio Marche Centrali – perché molti gruppi hanno disdetto, soprattutto a Capodanno. Inoltre, diversi alberghi hanno fatto i conti di gestione aziendale con i costi del caro bollette, arrivando alla conclusione che fosse meglio tenere chiuso. Un po’ la Omicron, un po’ il caro bolletta stanno mettendo in difficoltà le strutture ricettive e turistiche. Abbiamo chiesto ristori per le attività turistiche e commerciali, gravate dai costi in più che devono sostenere per i controlli. La situazione è molto difficile, ma cerchiamo di essere ottimisti: la ripresa ci sarà».
Le scelte difficili
Di «danno enorme» parla Sandro Assenti, presidente Confesercenti Marche: «non ci sono stati quei grandi movimenti di turismo natalizio che si vedevano fino a qualche anno fa. Si è registrato un grosso calo e quegli alberghi che avevano deciso di riaprire solo a Capodanno, sono rimasti chiusi. Anche i locali hanno subito una flessione nelle prenotazioni – allarga il campo Assenti – più per le quarantene che per le positività, e si è notata l’assenza delle comitive, con molti più tavoli da due». Discorso a parte quello per le discoteche, «che hanno subito più di tutti la direttiva nazionale, una mazzata a ridosso del Capodanno, quando già si erano organizzati con forniture e dipendenti».
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Corriere Adriatico