Trasporto pubblico locale al capolinea Ultimi nel riparto del fondo nazionale

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ANCONA - Il trasporto pubblico locale è al capolinea. L’ultimo...

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ANCONA - Il trasporto pubblico locale è al capolinea. L’ultimo posto delle Marche nella ripartizione del fondo nazionale per il Tpl è cosa nota ed è dovuto al fatto che, essendo una regione virtuosa e con i conti più o meno in ordine in questo settore, non ha bisogno di aiuti economici consistenti da parte dello Stato. Un controsenso che sa di beffa e che già da tempo fa discutere i palazzi della politica marchigiana. Ultimo in ordine di tempo a dover esaminare la spinosa questione, l’assessore con delega al trasporto pubblico locale Angelo Sciapichetti ha parlato di “problema fondamentale già affrontato ma mai risolto. Una situazione ingiusta che non può più andare avanti e che il presidente Luca Ceriscioli ha già messo in agenda”. Nel 2013, l’importo ricevuto dalle Marche dal fondo nazionale è stato di 107 milioni, ovvero 0,06 milioni per abitante e pari al 2,18% del totale. Cifre irrisorie, soprattutto se paragonate a quelle concesse ad altre regioni. L’Abruzzo ad esempio, simile alle Marche per estensione e numero di abitanti, ha beneficiato di 132 milioni, cioè 0,09 per abitante. Una discrepanza che, secondo Sciapichetti, “va affrontata tutti insieme, maggioranza e opposizione. A settembre convocheremo i parlamentari marchigiani di tutti i colori politici e mobiliteremo ogni leva per portare la questione in Commissione trasporti di Camera e Senato e in sede di conferenza Stato-Regioni”. Ma se la sfavorevole ripartizione del fondo nazionale è il nemico numero uno da battere, non è di certo l’unico che ostacola il buon funzionamento del trasporto pubblico locale. Secondo Marco Ferracuti, segretario regionale Cisl Marche con delega al Tpl, ci sono almeno altre due priorità che la politica non può permettersi di trascurare: “Innanzitutto serve aggregazione. Al momento ci sono ben 42 aziende - con relativi presidenti e consigli di amministrazione - riunite solo a livello teorico nei 5 Ati provinciali, ma che di fatto operano in maniera autonoma, rendendo difficile una gestione efficiente del Tpl. Stando alla normativa europea, a partire da settembre e con scadenza nel 2019, la regione dovrà procedere alla nuova gara di assegnazione del servizio Tpl e potrebbe essere l’occasione per favorire il passaggio ad un unico bacino regionale”.
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Corriere Adriatico