OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Mario Baldassarri, di recente eletto presidente dell’Istao, nel tempo l’istituto ha perso il suo appeal: da cosa passa il suo rilancio?
«Abbiamo definito tre direttrici principali: in primis, un master per i giovani laureati, da coordinare con le università, così da mettere insieme le eccellenze al servizio di un progetto comune. Poi, attivare corsi di formazione per quadri e manager delle imprese, su istanza delle aziende stesse.
Una delle criticità riscontrate è il fatto che corsi Istao e master universitari si stessero sovrapponendo, rubandosi studenti a vicenda, anziché ampliare il ventaglio dell’offerta: come si evita questo rischio?
«Istao deve avere una connotazione specifica ed essere un’aggiunta rispetto alle università, fare loro da sponda».
Lei è stato il padre dell’ultima grande infrastruttura realizzata (benché non ancora del tutto completata) nelle Marche, la Quadrilatero: perché non siamo più riusciti a portarne a casa altre?
«Insieme all’idea della Quadrilatero, avevo proposto anche l’uscita dal porto di Ancona, l’arretramento della ferrovia, almeno nel tratto anconetano, ed il completamento della Fano-Grosseto. Mi dispiace che l’unica opera poi realmente realizzata sia stata la Quadrilatero. Andavano fatte 40 anni fa perché le cose cambiano sempre più velocemente e se arrivi sempre tardi e come non arrivare mai».
Questo sembra essere il triste destino delle infrastrutture nelle Marche: dal raddoppio della Orte-Falconara, all’uscita nord dal porto, ora si procede ma le abbiamo aspettate per oltre 30 anni
«Esatto. Spesso è mancata la visione. Adesso, per esempio, si dovrebbe investire sull’alta velocità tra Bologna e Bari, con arretramento della ferrovia. E serve un collegamento tra i porti di Ancona e Civitavecchia: non importa se su ferro o su gomma, basta che ci sia. E per riequilibrare entroterra e costa, serve la pedemontana da Fossombrone ad Ascoli».
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico