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ANCONA - Il giorno dopo per Mario è un tempo indefinito, scandito solo dall’attesa di potere salutare il mondo come vuole lui, senza ulteriori sofferenze per sé, per la sua famiglia e per i suoi amici. Ma è anche il giorno in cui, dopo avere letto punto per punto la relazione del Comitato etico, ha dato mandato ai legali di agire nei confronti dell’Asur Marche per arrivare finalmente a stabilire il giorno, l’ora e le modalità con cui procedere al suo suicidio assistito.
La sofferenza
E sarà questa l’ultima battaglia che porterà avanti dopo 11 anni trascorsi sul letto, paralizzato dalle spalle alle gambe a causa di un drammatico incidente stradale che in un attimo gli ha stravolto il destino. «Mario adesso muove un dito, un polso e si nutre normalmente», racconta l’avvocato Filomena Gallo co difensore dell’uomo, che oggi ha 43 anni, e segretaria dell’associazione Luca Coscioni. Dunque è in grado di attivare il meccanismo per iniettarsi la dose fatale di medicinale, «quando l’Asur avrà proceduto alla verifica del farmaco idoneo, come da ordinanza del Tribunale di Ancona».
Il nodo da sciogliere
«L’ordinanza del Tribunale è chiara su questo punto: l’Asur doveva verificare l’effettiva idoneità ed efficacia delle modalità, della metodica e del farmaco prescelti per assicurarsi la morte più rapida, indolore e dignitosa possibile. Invece non lo ha fatto - spiega l’avvocato Gallo - e di conseguenza il Comitato etico non ha potuto esprimersi su questo punto». Cosa succede adesso? Si procederà con le diffide come già avvenuto nei mesi precedenti? La situazione è al vaglio dei legali di Mario, che è deciso ad andare avanti consapevole che questa sua battaglia segnerà anche il destino prossimo di tante persone nelle sue condizioni, al di là di ogni credo e di pensieri universali.
La scelta per l’addio
Mario però ancora non ha deciso dove si congederà dalla vita, nè come lo farà o chi vorrà accanto in quel momento. «Il punto fermo è che secondo il Comitato etico ha i requisiti individuati dalla Corte Costituzionale e mai nessun malato era arrivato fino a questo punto. Adesso ci aspettiamo che l’Asur non dilati ulteriormente i tempi di attesa di Mario, perché è stato acclarato essere una persona che sta soffrendo. Un compito assegnato all’Azienda sanitaria regionale da un’ordinanza del giudice e che non è stato eseguito. Infatti la relazione inviata al Comitato etico risulta incompleta nella parte relativa al medicinale da utilizzare». Nel giorno di una rivoluzione sul tema dei diritti e del fine vita, l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini ha ribadito che quest’ultima questione dovrà essere discussa in tribunale, ma i legali di Mario rigettano l’ipotesi: «La Regione forse non sa che il suicidio non è reato, ma esiste il reato di aiuto al suicidio. A tal motivo è intervenuta la Corte costituzionale che lo ha depenalizzato in alcuni casi ben specifici, come quello di Mario, per la prescrizione del farmaco e la sua preparazione per esempio. Il resto spetta al malato, che deve avere il potere di cambiare idea fino all’ultimo istante». E continueremo a chiamarlo Mario, nome scelto per questa rivoluzione etica: «Ha deciso di proteggere la privacy della sua famiglia perché troppe volte ha assistito all’intromissione di chi la pensa diversamente. Una famiglia che rispetta la sua scelta e lo sosterrà fino alla fine».
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Corriere Adriatico