Sos amianto, dati da incubo: 180 morti nelle Marche ogni anno. L'attacco della Uil

Sos amianto, cifre da incubo: 180 morti nelle Marche ogni anno. L'attacco della Uil
ANCONA  - «Una strage silenziosa». La segretaria generale della Uil Marche, Claudia Mazzucchelli, mette al centro dell’assemblea regionale l’emergenza...

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ANCONA  - «Una strage silenziosa». La segretaria generale della Uil Marche, Claudia Mazzucchelli, mette al centro dell’assemblea regionale l’emergenza “amianto”. Che converte in cifre, tragiche: nelle Marche si contano 180 morti ogni anno, 1,22 persone ogni 100mila abitanti sono malate di mesotelioma. Spesso sono mogli di operai che si sono esposte mentre lavavano le tute da lavoro dei mariti.

 

Il Fondo mesoteliomi non professionali conta 53 denunce di cui 41 accolte, due in istruttoria e 10 respinte perché non presentate entro i termini previsti. Oltre 10.700 le domande per scivolo pensionistico, “solo” 2.666 sono state accolte mentre sotto il profilo previdenziale esiste una pensione di inabilità. Ma anche qui i numeri sono molto bassi: in Italia se ne contano 257, di cui appena tre nelle Marche. A raccogliere l’allarme, ad Ancona, ci sonmo Tiziana Bocchi, segretaria Uil nazionale, Antonio Ceglia, responsabile Ambiente e Amianto della Uil nazionale, Antonello Crudo, direttore regionale dell’Inps, e Raffaella Compagnoni, in rappresentanza dell’Inail Marche. 


I numeri sono impietosi anche a livello nazionale. Ogni anno in Italia muoiono oltre 4.400 persone a causa di patologie legate al contatto con l’amianto e soprattutto settori come l’edilizia e lo smaltimento dei rifiuti vede lavoratori ancora a rischio. Secondo Ceglia «si deve aggiornare la legge perché ancora non c’è l’obbligo di eliminare l’amianto e perché occorre prevedere impianti di smaltimento sicuri in ogni regione». Dalla riunione è emersa l’urgenza di aprire e dare impulso alle iniziative a partire da una Piattaforma Amianto che coinvolga le altre organizzazioni sindacali e la Regione. «Compito del sindacato - rimarca la Mazzucchelli - è affrontare i problemi dei cittadini e promuovere una buona politica chiamata a risolverli. Per quanto riguarda l’amianto abbiamo le norme e abbiamo le risorse: manca la messa a terra dei progetti».

La Bocchi incalza: «La battaglia sull’amianto non si discosta da quella contro le morti sul lavoro che è prima di tutto culturale perché colpisce persone soprattutto per mancanza di formazione e prevenzione. Nonostante la legge esista da 30 anni abbiamo ancora 30 milioni di tonnellate di amianto in giro per l’Italia».

 

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Corriere Adriatico