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ANCONA - Il calo c’è stato in tutte le regioni, ma nelle Marche il tonfo si è sentito di più. In un sondaggio di Swg in cui si sondava il gradimento sull’operato dei governatori, Francesco Acquaroli e la sua giunta hanno perso nove punti rispetto al 2021, passando dal 53 al 44%. Il crollo più marcato, benché siano solo tre i presidenti a registrare il segno più. Nello specifico, Fontana in Lombardia, che fa un balzo in avanti di 10 punti, Fedriga in Friuli e Zingaretti nel Lazio. Tutti gli altri perdono quota.
Le Marche di Acquaroli si piazzano a metà classifica, un ottavo posto - che in realtà sarebbe il settimo, ex aequo con il ligure Toti - in caduta libera rispetto al quinto che occupavano lo scorso anno. Significa che, a meno di due anni dall’inizio del mandato, è già finita la luna di miele?
L’assessore Baldelli: «Abbiamo cambiato passo nella gestione dei lavori e finiremo in tempi rapidi»
Il presidente
«Non cerco scusanti, né faccio allarmismi», il commento del governatore, che lunedì ha affrontato l’argomento nel settimanale incontro con gli alleati: «Ho già fatto le mie riflessioni con la giunta e la maggioranza.
I temi
«Da piano socio sanitario e riforma della legge 13. Finora l’assessore Saltamartini non ha potuto farlo perché impegnato nella gestione dell’emergenza sanitaria: il rilancio vero parte ora. Già nei prossimi 12 mesi inizieremo a vedere un miglioramento complessivo». In ogni caso, se dovesse dare un voto all’operato della giunta, Marchetti darebbe «un 8 pieno, e su attività produttive, agricoltura e cultura credo non si possa dire niente, stiamo andando molto bene e facciamo scuola».
Gli alleati
Antonio Saccone, altro azionista della maggioranza in qualità di commissario Udc, cambia traiettoria: «a mio modo di vedere, c’è bisogno di una maggiore capacità di comunicazione perché spesso queste valutazioni, più che su fatti concreti, si fondano su percezioni dei problemi e sulla capacità di soluzione. In molti settori si è lavorato bene, ma comunicato male». Non solo: «rimane poi aperto il tema della sanità. Ancora una vera svolta non è stata percepita. Al netto delle difficoltà della pandemia che certamente hanno inciso, su altri temi c è bisogno di una vera inversione di tendenza. A partire dalle liste di attesa. Intollerabili sia per i tempi e sia per le distanze dal luogo di residenza». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico