Marche, scende il gradimento per Acquaroli & Co. Il presidente convoca la maggioranza: «Paghiamo la crisi, adesso si riparte»

Il presidente Francesco Acquaroli con assessori e consiglieri di maggioranza all'Abbadia di Fiastra
Il presidente Francesco Acquaroli con assessori e consiglieri di maggioranza all'Abbadia di Fiastra
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 18 Maggio 2022, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 09:32

ANCONA - Il calo c’è stato in tutte le regioni, ma nelle Marche il tonfo si è sentito di più. In un sondaggio di Swg in cui si sondava il gradimento sull’operato dei governatori, Francesco Acquaroli e la sua giunta hanno perso nove punti rispetto al 2021, passando dal 53 al 44%. Il crollo più marcato, benché siano solo tre i presidenti a registrare il segno più. Nello specifico, Fontana in Lombardia, che fa un balzo in avanti di 10 punti, Fedriga in Friuli e Zingaretti nel Lazio. Tutti gli altri perdono quota.

Le Marche di Acquaroli si piazzano a metà classifica, un ottavo posto - che in realtà sarebbe il settimo, ex aequo con il ligure Toti - in caduta libera rispetto al quinto che occupavano lo scorso anno. Significa che, a meno di due anni dall’inizio del mandato, è già finita la luna di miele?

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Il presidente
«Non cerco scusanti, né faccio allarmismi», il commento del governatore, che lunedì ha affrontato l’argomento nel settimanale incontro con gli alleati: «Ho già fatto le mie riflessioni con la giunta e la maggioranza. Abbiamo una serie di provvedimenti strutturali – ritardati dalla pandemia – che dobbiamo assolutamente approvare a stretto giro di posta. Atti a 360 gradi, che sono le azioni principali del nostro governo». Sulle ragioni del risultato, L’anno scorso, il ragionamento del presidente riavvolge il nastro: «il gradimento mio e del governo della regione era al 53%, sempre secondo il sondaggio Swg.

Un gradimento molto elevato in un momento particolare, che era quello della gestione della pandemia. Oggi perdiamo 9 punti, un dato maggiore rispetto alle altre regioni, ma in conformità al quadro generale. Il risultato delle Marche va messo in relazione con le regioni omogenee: rispetto a Toscana, Umbria, Lazio ed Abruzzo, abbiamo il risultato più elevato». Gli fa sponda il commissario della Lega Riccardo Augusto Marchetti, , secondo cui «come Marche paghiamo il fatto che la pandemia ha rallentato tutto e le energie sono state inevitabilmente assorbite da quello. La comunicazione è stata viziata prima da un bombardamento sul Covid ed ora sulla guerra: è chiaro che i cittadini non siano di buon umore». Da cosa si riparte, allora, per invertire il trend? 


I temi
«Da piano socio sanitario e riforma della legge 13. Finora l’assessore Saltamartini non ha potuto farlo perché impegnato nella gestione dell’emergenza sanitaria: il rilancio vero parte ora. Già nei prossimi 12 mesi inizieremo a vedere un miglioramento complessivo». In ogni caso, se dovesse dare un voto all’operato della giunta, Marchetti darebbe «un 8 pieno, e su attività produttive, agricoltura e cultura credo non si possa dire niente, stiamo andando molto bene e facciamo scuola». 


Gli alleati
Antonio Saccone, altro azionista della maggioranza in qualità di commissario Udc, cambia traiettoria: «a mio modo di vedere, c’è bisogno di una maggiore capacità di comunicazione perché spesso queste valutazioni, più che su fatti concreti, si fondano su percezioni dei problemi e sulla capacità di soluzione. In molti settori si è lavorato bene, ma comunicato male». Non solo: «rimane poi aperto il tema della sanità. Ancora una vera svolta non è stata percepita. Al netto delle difficoltà della pandemia che certamente hanno inciso, su altri temi c è bisogno di una vera inversione di tendenza. A partire dalle liste di attesa. Intollerabili sia per i tempi e sia per le distanze dal luogo di residenza».

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