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ANCONA - Dall’hinterland di Roma partivano per razziare villette e case singole di tutto il centro Italia. Colpendo di giorno quando le abitazioni erano vuote, liberi di agire indisturbati e smurare perfino la cassaforte. Altre volte, come a Sirolo e Filottrano, si sono limitati a rovistare nelle stanze portando via gioielli e contanti. Secondo gli inquirenti in un anno e mezzo avrebbero commesso 36 furti per un bottino complessivo di oltre 200mila euro. Una banda italo croata composta da almeno sette persone è stata fermata ieri al termine di lunghe e complicate indagini avviate dai carabinieri della stazione di Numana, ai quali erano stati denunciati due furti avvenuti a Sirolo nell’ottobre 2022.
Banda italo-croata
A finire in carcere 5 uomini e 2 donne, individuati dai carabinieri della Compagnia di Osimo assieme ai colleghi di Frascati, Zagarolo e Velletri, nei dintorni della Capitale, dove abitano i componenti della banda.
In otto regioni
Nelle Marche hanno colpito prima in provincia di Ancona, a Sirolo, Filottrano e Trecastelli, poi a Mondolfo (Pesaro Urbino) e Montegiorgio, nel Fermano. Ma gli inquirenti addebitalo loro anche furti in Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo, Umbria, Campania, Molise e nel Lazio. I ladri si erano organizzati in due distinte batterie, e, avvalendosi di veicoli fittiziamente intestati a terze persone estranee ai fatti, raggiungevano le località prescelte per individuare abitazioni o casolari da depredare. Preferivano case isolate, periferiche o di campagna. Dopo un sopralluogo per escludere la presenza dei residenti e sistemi di allarme, si introducevano nelle abitazioni forzando gli infissi.
Tra i boschi
In diverse occasioni sono riusciti ad asportare le casseforti, alcune delle quali poi abbandonate nei paraggi. Le trasferte dal Lazio potevano protrarsi anche per alcuni giorni, con la banda che agiva in più città prima di rientrare. In una circostanza, vicino Terni, a febbraio 2023, una delle due ramificazioni della banda, per evitare la cattura, ha abbandonato e incendiato l’auto su cui stavano fuggendo dai carabinieri. Riuscirono a far perdere le tracce tra i boschi della zona ma a distanza di pochi mesi i militari sono comunque riusciti a rintracciarli. Quattro degli arrestati sono stati sorpresi nelle rispettive abitazioni e portati nelle carceri di Rebibbia e Regina Coeli a Roma, mentre altri tre erano già detenuti per altra causa.
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Corriere Adriatico