ANCONA La lettura, come sempre accade, segue il doppio binario. Partiamo dal dato secco: secondo le elaborazioni del sistema informativo del ministero dell’Istruzione sulle...
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Cifre e ipotesi
Cambio di passo. Perché le scelte delle famiglie modificano il perimetro della formazione e il corollario della futura messa in pratica. Se l’anno scorso, viaggiando in controtendenza nazionale, era lieve il decremento delle iscrizioni ai licei (51,9% contro il precedente 53,1%), quest’anno il balzo in avanti è deciso, con il 55,7% di coloro che puntano su questo tipo di scuola, come nel resto d’Italia (56,3%). Il più gettonato è il Liceo Scientifico, con il 24% delle preferenze: il Linguistico si assesta sul 9,4%, mentre il Liceo Classico arriva a 6,4%. Ma è Ascoli la terra del greco e latino: una passione per il 10,1%. E se il ribaltone si esprime con la freddezza d’una percentuale, il motivo non può che muoversi sul terreno ardito delle ipotesi. Della serie: magari si pensa che i licei aprano più strade oppure si ha paura di giocare al ribasso decidendo diversamente.
Netta flessione
Ed ecco il controcanto, l’altro binario: in una regione con l’anima manifatturiera e la spina dorsale fatta di piccole e medie imprese, gli istituti tecnici sono il ponte naturale tra lavoro e formazione. E dire che i testimonial blasonati non mancano: quella colonna dell’imprenditoria locale che è stato Aristide Merloni, il re del giocattolo Mario Clementoni, l’ex rettore della Politecnica Sauro Longhi. E allora perché s’insinua la sfiducia nella formazione tecnica? Troppo plebea? O ancora, la tecnologia virtuale dei nativi digitali rende scettici sui mestieri manuali? Ma tant’è: le iscrizioni ai tecnici passano dal 31% al 30,5%, in linea con il dato nazionale (30,8%). Netta è invece la flessione dei professionali, che puntano a un mestiere, e subito: 13,8% contro il 15,4% dell’anno scolastico 2019/20. Sempre meglio di quanto accade dal nord al sud del Paese: 12,9%.
Lo scorporo
Di provincia in provincia, perché lo scenario socioeconomico fa la differenza. Così se il livello più basso d’iscrizione ai licei emerge in provincia di Fermo (49,2%), spiccano sul fronte opposto Macerata e Pesaro Urbino, con percentuali rispettivamente del 60,5 e 58,5%. Per i tecnici il dato più macro è quello della provincia di Ancona (35,3%, contro il 32,7% nel 2019/20), mentre le puntate in zona Pesaro Urbino si confermano al livello più basso e in linea con lo scorso anno: 26,4% a fronte del 26,7%. Il “picco” dei professionali arriva su Ascoli e dintorni, mentre le scelte calano anche sotto la media nazionale nell’Anconetano (11,4%): un vero crollo rispetto al periodo 2019/20 (15,4%). Si conferma il doppio binario. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico