Pesca, si spacca il fronte. Civitanova non molla e va avanti con lo sciopero. Ancona e San Benedetto hanno lasciato le banchine

Francesco Caldaroni sul molo di Civitanova
ANCONA - Si sgretola il fronte compatto delle marinerie marchigiane. Dopo due settimane di stop, le imbarcazioni della grande pesca di Ancona e San Benedetto del Tronto hanno...

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ANCONA - Si sgretola il fronte compatto delle marinerie marchigiane. Dopo due settimane di stop, le imbarcazioni della grande pesca di Ancona e San Benedetto del Tronto hanno annunciato di tornere in mare da ieri per due giorni, come deciso nell’assemblea del comparto tenutasi in videoconferenza lo scorso giovedì. Posizione mai del tutto condivisa da Civitanova, che infatti alla fine ha deciso di lasciare i pescherecci ormeggiati in porto e proseguire nello sciopero, iniziato lo scorso 23 maggio.

 

Almeno per ieri notte: per la giornata di domani, si farà un supplemento di riflessione. Intanto però, è uno stop in solitaria, mentre nel resto della regione le attività riprenderanno, nonostante non siano ancora stati risolti i nodi che hanno messo in ginocchio il settore. A partire dal rincaro astronomico sul prezzo del gasolio, arrivato ad 1,20 euro, che di fatto ha reso la pesca economicamente insostenibile.


Le posizioni
«Ci proviamo - il commento di Apollinare Lazzari, presidente dell’associazione Produttori pesca di Ancona - e vediamo come va, anche se siamo consapevoli che il ritorno in mare con ogni probabilità sarà in perdita. Ci proviamo anche per non bloccare l’intera filiera». Tuttavia, conferma Lazzari, «i problemi restano tutti e sappiamo che non avremo un guadagno da questa ripresa delle attività». ed è per questo che, per venerdì, è prevista una nuova assemblea tra le varie marinerie per tirare un bilancio e decidere se sia più conveniente pescare pur con la spada di Damocle dei costi del carburante, oppure tirare i remi in barca e proseguire con lo sciopero ad oltranza. O almeno finché il governo non metterà in campo misure adeguate per far ripartire il settore. Una strada, quest’ultima, che ha deciso di percorrere la marineria di Civitanova, città da cui tutto è partito. È stato infatti durante un’assemblea tenutasi ad inizio marzo proprio nel porto della provincia maceratese - a cui aveva preso parte circa l’80% delle marinerie italiane - che si decise per la prima volta di procedere con uno sciopero di una settimana della grande pesca. Da quel momento in poi, tra stop and go, Civitanova ha continuato a guidare la linea oltranzista del comparto. E lo fa ancora una volta.


La filiera


Con la ripresa della pesca ad Ancona e San Benedetto - seppur per il momento si parli solo di due giornate - riparte anche la filiera: domani mattina ci sarà la prima asta nei mercati ittici regionali dopo le due settimane di sciopero iniziate il 23 maggio scorso. Ed anche i ristoranti tirano un sospiro di sollievo, di fronte ad una stagione estiva che si annuncia comunqu e rovente su questo fronte. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico