Liste d'attesa, la testimonianza di Mariani: «Risonanza impossibile ma nel privato c’è posto. Stesso macchinario, non è interruzione di pubblico servizio?»

La Regione ha investito 13,5 milioni per le liste d’attesa: compreso il monitoraggio

«Risonanza impossibile ma nel privato c’è posto»
ANCONA Meno di due settimane fa l’annuncio dello stanziamento di 13 milioni di euro per cercare di sciogliere il nodo scorsoio delle liste d’attesa nella sanità...

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ANCONA Meno di due settimane fa l’annuncio dello stanziamento di 13 milioni di euro per cercare di sciogliere il nodo scorsoio delle liste d’attesa nella sanità marchigiana. Un impegno non solo economico ma anche organizzativo, con un monitoraggio mensile e semestrale per correggere in corsa le situazioni che presentano anomalie tali da creare disagi ai pazienti.

 

Il portale

Come quella in cui è incappato Mauro Mariani nel vano tentativo di prenotare una risonanza magnetica attraverso il portale del Cup Marche. «La risposta - scrive Mariani in una mail indirizzata anche all’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini - è stata “nessun risultato nell'area di ricerca selezionata”: quindi non tra quindici giorni, o due mesi o un anno. Non avrei trovato posto in nessuna struttura sanitaria della regione Marche». Poi succede che, cercando la prestazione in regime di intramoenia, l’ospedale di Senigallia gli prenota un posto a strettissimo giro di posta.

I costi

«La risonanza è stata fissata per il 24 aprile al costo di 144 euro in libera professione e, presumo, utilizzando macchinari pagati dal servizio pubblico. Chiedendo invece in un centro non convenzionato ho ottenuto un appuntamento per il 23 aprile al costo di 145 euro, con macchinari non pagati dal servizio pubblico». La domanda sorge spontanea: perché il costo è praticamente identico? La risposta, non ufficiale degli addetti ai lavori, è che il professionista che opera in regime di intramoenia corrisponde comunque al servizio sanitario pubblico una quota per l’utilizzo dei macchinari e dei locali in cui svolge la propria attività medica. Ma non è tanto questo che interessa al paziente, quanto l’ipotesi di un eventuale caso di interruzione di servizio pubblico. «Nonostante sull'impegnativa ci sia scritto che la prestazione strumentale debba essere fornita dal Ssn entro 60 giorni, sono costretto pagare una prestazione privata per affrontare un problema che complica la mia deambulazione». E come? Utilizzando in sostanza lo stesso macchinario ospedaliero che risulta indisponibile al Cup, ma che invece non lo è se si tratta di utilizzarlo privatamente.

La situazione

Tra le attività di ottimizzazione previste dalla Regione c’è una riorganizzazione delle agende di prenotazione e il monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva con la ricostituzione e la convocazione dell’Organismo Regionale per l’Appropriatezza Prescrittiva (Ora). C’è tanto da lavorare.

 

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Corriere Adriatico