Marche sanità, è scontro sui maxi fondi. Il Pd: «Regione in ritardo», l’assessore: «Colpa vostra»

Filippo Saltamartini, assessore alla Sanità della Regione Marche
ANCONA - L’aula di Palazzo Leopardi si trasforma in un ring. Botte da orbi tra l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini ed i consiglieri del Pd, tanto da...

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ANCONA - L’aula di Palazzo Leopardi si trasforma in un ring. Botte da orbi tra l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini ed i consiglieri del Pd, tanto da richiedere a più riprese l’intervento del presidente dell’assemblea legislativa Dino Latini per riportare i toni nel canone. Il motivo del contendere, in effetti, è di quelli che valgono una legislatura: i 182 milioni del Pnrr Sanità, oggetto di rimodulazione dopo i paletti sugli interventi fissati in corsa dal ministero alla Salute, come anticipato ieri dal Corriere Adriatico. 

 
La miccia
La miccia si accende con un’interrogazione del gruppo dem. Nel rispondere, il titolare della delega spiega che «la prima bozza predisposta dagli uffici è stata oggetto di due rielaborazioni: una relativa al fatto che il 10 gennaio è stata rivista la somma attribuita alle Marche, prevedendo 3 milioni in meno; in seconda analisi, per una precisazione che è arrivata dal ministero della Salute solo la scorsa settimana per quanto riguarda l’indicazione degli interventi». In sostanza, non sono ammessi a finanziamento interventi di adeguamento antincendio sulle strutture preesistenti, che restano a carico delle Regioni. E nella prima bozza, molti dei lavori previsti sulle case di comunità riguardavano questa fattispecie. 


L’affondo
Alla risposta di Saltamartini ha fatto seguito il fuoco di fila dei dem, con la consigliera Manuela Bora che ha parlato di «una bozza che fa acqua da tutte le parti. A quasi sei mesi dall’avvio della discussione sul Pnrr, la giunta Acquaroli scopre che le spese per l’adeguamento antincendio non sono ammissibili. Dovrete spiegare ai territori, ai quali erano stati promessi fondi, come mai non saranno più realizzati questi interventi». Micaela Vitri osserva come, «a 20 giorni dalla deadline, ancora non sappiamo quali siano le 29 case di comunità su cui avete deciso di intervenire», mentre Anna Casini fa notare che «il Pnrr non dovrebbe essere usato per mera manutenzione».

L’intervento più duro è tuttavia quello di Romano Carancini, che fa sfuggire a Saltamartini, a microfono spento, anche una parola non appropriata per una sede istituzionale come quella del Consiglio regionale. Rivolgendosi all’assessore, l’ex sindaco di Macerata chiede retorico: «lei non sa che l’antincendio spetta all’ente proprietario e quindi alla Regione? Non si vergogna? È stato anche sindaco». 


La replica


Tutto sembra finito qui, ma rispondendo alla successiva interrogazione, Saltamartini si lancia in una accalorata requisitoria accolta dal tifo da stadio dei consiglieri di maggioranza: «i nostri ospedali sono tutti privi di idoneità sismica ed antincendio. L’assessore ed il Pnrr intervengono sulle gravi macerie nella sanità che noi abbiamo ereditato dalle precedenti gestioni. Ogni martedì portate le vostre interrogazioni per sostenere il contrario della verità, ma noi saremo qui a replicare perché non ci faremo intimidire dalle vostre elucubrazioni. Sono state le precedenti legislature a chiudere gli ospedali, a non formare i medici: voi avete fallito. Siete qui per caso, per puro miracolo». Ma intanto, l’acceso dibattito sul Pnrr Sanità era uscito dalle mura di Palazzo Leopardi, con i cinque segretari provinciali dem che hanno chiesto di convocare le conferenze di area vasta: «Acquaroli e Saltamartini lascino fare sindaci (a prescindere dal colore politico), sindacati ed associazioni di categoria per far realizzare in tempi brevi una proposta condivisa e credibile». E le stesse segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil sono intervenute dicendosi preoccupate perché «nelle Marche si naviga a vista. Riteniamo davvero sbalorditivo apprendere dalla stampa che a pochi giorni dalla presentazione dei progetti, l’assessore Saltamartini annunci un cambio di scenario rispetto agli interventi previsti e ai criteri da seguire per la loro progettualità. Quindi, non solo di quei progetti non si sa quasi niente, ma quel poco che si sa, sarebbe meglio non saperlo». Alla stoccata finale pensa la deputata dem Alessia Morani: «siamo purtroppo in mano a degli incapaci che rischiano di fare perdere ai marchigiani la possibilità di avere una sanità migliore». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico