Vittime del dovere nelle Marche, bando della Regione per una borsa di studio

Vittime del dovere nelle Marche, bando della Regione per una borsa di studio (Foto: l'assessore regionale Filippo Saltamartini)
ANCONA - Via libera di Palazzo Raffaello al bando per la concessione delle borse di studio a favore delle vittime del dovere, in esecuzione della legge regionale approvata...

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ANCONA - Via libera di Palazzo Raffaello al bando per la concessione delle borse di studio a favore delle vittime del dovere, in esecuzione della legge regionale approvata all’unanimità nel maggio scorso per riconoscere «l’alto valore civile e morale dei caduti nell’adempimento del dovere, residenti o prestanti servizio nelle Marche». La legge intende rafforzare le misure di assistenza e sostegno a loro favore e dei loro famigliari, con agevolazioni per prestazioni sanitarie e farmaceutiche, borse di studio dalla scuola primaria ai corsi universitari.

 
Nel bando sono disciplinati termini, requisiti e modalità di presentazione delle domande, i cui beneficiari sono le vittime del dovere, nel caso in cui fortunatamente siano sopravvissute, ma anche i loro familiari: il coniuge, i figli e i genitori.


Le domande possono essere presentate fino alle ore 10 del 14 dicembre secondo il modello pubblicato nel sito della Regione Marche. Le norme, con dotazione di 40mila euro per il 2022, prevedono assistenza e sostegno in favore dei sopravvissuti e dei loro famigliari (20mila euro) e l’istituzione di una Giornata celebrativa (altri 20mila). Nella legge il Comune di Staffolo - dove nacque l’appuntato dei Carabinieri, Domenico Ricci, autista della scorta di Aldo Moro, ucciso durante il rapimento dell’allora presidente della Dc - è stato individuato quale riferimento regionale delle vittime del terrorismo, per la presenza nella cittadina dei Castelli di Jesi del monumento “Noi ricordiamo” e del “Muro della memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi” in cui sono indicati i nomi di 381 persone uccise.

«Si parla spesso del trattamento di chi ha commesso reato, mentre le vittime, al contrario, nel nostro sistema giudiziario hanno un cittadinanza minore - commentava su Facebook l’assessore Filippo Saltamartini, una carriera da funzionario di polizia prima di dedicarsi alla politica -. Per non scambiare mai Caino con Abele, abbiamo approvato questo provvedimento. Grande dev’essere la riconoscenza per chi si è sacrificato per difendere la nostre libertà ed i nostri diritti».

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Corriere Adriatico