Depurazione bio e riutilizzo della pioggia: progetti originali per il risparmio idrico

I Comuni s’ingegnano per evitare gli sprechi. A Montelabbate 1000 euro per chi ricicla l’acqua piovana nel wc

Depurazione bio e riutilizzo della pioggia: progetti originali per il risparmio idrico
ANCONA - Tra il dire e il fare, forse, non c’è di mezzo il mare. Lo dimostrano alcuni Comuni che puntano al risparmio idrico con progetti originali e...

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ANCONA - Tra il dire e il fare, forse, non c’è di mezzo il mare. Lo dimostrano alcuni Comuni che puntano al risparmio idrico con progetti originali e rivoluzionari come quello di Montelabbate, che incentiva i cittadini a recuperare l’acqua piovana per i water, o quello biotech di Petriolo sul lago fitodepurato. Anche se la palma andrebbe a tutti i municipi. Le diffuse casette dell’acqua non sono certo originali ma attestano nuove dinamiche. Amministrazioni che, oltre a limitare il viavai dei camion ed intervenire sul volume di plastica e sui costi di smaltimento, hanno valorizzato l’Acqua del Sindaco.

 

 

I più intraprendenti

Intanto, i più intraprendenti sono i Comuni del Pesarese. Complice l’Aato 1 che, dal 2016, storna una percentuale dell’avanzo di bilancio ai progetti di risparmio idrico. Ogni anno, ogni Comune, tramite bando, ha diritto a 20mila euro. Il risultato è che dopo sei anni, si sono moltiplicate le iniziative, dalle idee semplici, come sostituire i rubinetti nei plessi scolastici con le pulsantiere, a progetti molto più articolati. Cagli, ad esempio, ha installato una cartellonista per un uso razionale dell’acqua potabile ed un uso consapevole dei corsi d’acqua.

L’abitudine

Qui c’è l’abitudine storica di fare il bagno nel Bosso e nel Burano. «Oltre a ricordare che le acque non sono controllate ai fini della balneazione - chiarisce l’assessora all’Ambiente Simona Palazzetti – ci sono i comportamenti per rispettare l’ambiente. Per il risparmio idrico invece abbiamo installato riduttori di flussi d’acqua in tutti gli spogliatoi degli impianti sportivi e finanziato un progetto per conoscere l’acqua alle materne». Urbania, da tre anni, investe sull’irrigazione del campo da calcio. Ha già installato delle vasche e sono in arrivo delle cisterne. A breve anche un nuovo pozzo per affrancare in parte l’impianto pubblico dalla rete idrica.

L’operazione

Operazione già perfezionata a Carpegna, che gioca un asso turistico accogliendo tutto l’estate le squadre in ritiro. Poi, c’è Montelabbate. «Il bando mira al recupero delle acque piovane ed attribuisce il punteggio maggiore – spiega l’assessore all’ambiente Pierluigi Ferraro – a chi le usa per gli scarichi (1000 euro di contributo) minore per gli orti (600 euro) o per il lavaggio delle pertinenze (500 euro) e abbiamo chiesto preventivi di kit a delle aziende del territorio». Idea che la consigliera pentastellata regionale Marta Ruggeri ha trasferito in una proposta di legge che, a breve, sarà discussa in Commissione. Petriolo invece con la complicità del Consorzio di Bonifica e della Coldiretti, intende avviare un progetto di laghetto con la tecnica della biofitodepurazione. «Il piccolo bacino dotato di piante specifiche e batteri - illustra il sindaco Matteo Santinelli - è ad uso degli agricoltori e della rete idrica pubblica». Poi ci sono le mosse macro. La pubblica Tennacola (27 Comuni tra il Maceratese e il Fermano) lavora molto per ridurre le perdite. «Siamo al 24% - osserva il direttore Giovanni Mattiozzi - sotto la media nazionale che supera il 30%, ottenuto con il rinnovo delle reti, l’ammodernamento degli impianti, l’implementazione del sistema di telecontrollo e automazione». Nel 2021, a fronte di un investimento di 4,5 milioni di euro (il 25% del valore della produzione) oltre la metà sono stati destinati alla rete idrica.

 

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Corriere Adriatico