ANCONA - Tra il dire e il fare, forse, non c’è di mezzo il mare. Lo dimostrano alcuni Comuni che puntano al risparmio idrico con progetti originali e rivoluzionari come quello di Montelabbate, che incentiva i cittadini a recuperare l’acqua piovana per i water, o quello biotech di Petriolo sul lago fitodepurato. Anche se la palma andrebbe a tutti i municipi. Le diffuse casette dell’acqua non sono certo originali ma attestano nuove dinamiche. Amministrazioni che, oltre a limitare il viavai dei camion ed intervenire sul volume di plastica e sui costi di smaltimento, hanno valorizzato l’Acqua del Sindaco.
I più intraprendenti
Intanto, i più intraprendenti sono i Comuni del Pesarese.
L’abitudine
Qui c’è l’abitudine storica di fare il bagno nel Bosso e nel Burano. «Oltre a ricordare che le acque non sono controllate ai fini della balneazione - chiarisce l’assessora all’Ambiente Simona Palazzetti – ci sono i comportamenti per rispettare l’ambiente. Per il risparmio idrico invece abbiamo installato riduttori di flussi d’acqua in tutti gli spogliatoi degli impianti sportivi e finanziato un progetto per conoscere l’acqua alle materne». Urbania, da tre anni, investe sull’irrigazione del campo da calcio. Ha già installato delle vasche e sono in arrivo delle cisterne. A breve anche un nuovo pozzo per affrancare in parte l’impianto pubblico dalla rete idrica.
L’operazione
Operazione già perfezionata a Carpegna, che gioca un asso turistico accogliendo tutto l’estate le squadre in ritiro. Poi, c’è Montelabbate. «Il bando mira al recupero delle acque piovane ed attribuisce il punteggio maggiore – spiega l’assessore all’ambiente Pierluigi Ferraro – a chi le usa per gli scarichi (1000 euro di contributo) minore per gli orti (600 euro) o per il lavaggio delle pertinenze (500 euro) e abbiamo chiesto preventivi di kit a delle aziende del territorio». Idea che la consigliera pentastellata regionale Marta Ruggeri ha trasferito in una proposta di legge che, a breve, sarà discussa in Commissione. Petriolo invece con la complicità del Consorzio di Bonifica e della Coldiretti, intende avviare un progetto di laghetto con la tecnica della biofitodepurazione. «Il piccolo bacino dotato di piante specifiche e batteri - illustra il sindaco Matteo Santinelli - è ad uso degli agricoltori e della rete idrica pubblica». Poi ci sono le mosse macro. La pubblica Tennacola (27 Comuni tra il Maceratese e il Fermano) lavora molto per ridurre le perdite. «Siamo al 24% - osserva il direttore Giovanni Mattiozzi - sotto la media nazionale che supera il 30%, ottenuto con il rinnovo delle reti, l’ammodernamento degli impianti, l’implementazione del sistema di telecontrollo e automazione». Nel 2021, a fronte di un investimento di 4,5 milioni di euro (il 25% del valore della produzione) oltre la metà sono stati destinati alla rete idrica.
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