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ANCONA - Prosegue l’iter per autorizzare la caccia del lupo in Europa, quindi anche nelle Marche. La Commissione Europea si appresta a fare approvare dal Consiglio l’istanza alla Convenzione di Berna per modificare lo status di protezione del carnivoro. Nell’accordo internazionale sulla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente, il lupo, da “specie rigorosamente protetta” diventerebbe “protetta”, condizione preliminare per modificare la Direttiva europea Habitat e dare agli Stati membri maggiore flessibilità alla caccia.
Una mossa annunciata: la Commissione dà seguito alla risoluzione, votata un anno fa dal Parlamento di Strasburgo, per modificare lo status di protezione di lupi e orsi al fine di aiutare gli allevamenti e proteggere il bestiame.
La mappa
Attacchi verificati più di tutto nel Pesarese (35%) e nel Maceratese (29%) e in misura più ridotta nel Fermano-Ascolano (24%) e nell’Anconetano (12%). Lato monti, si sono verificate più aggressioni a Cantiano (12); 6 ad Urbino e 6 a Serra Sant’Abbondio; 4 a Fabriano e a Pieve Torina; 3 a Valfornace, Cagli, Pergola, Frontone, Arcevia, Sefro. Sulla Costa, segnalate predazioni a Sant’Elpidio a Mare, Mondolfo, Castelfidardo e Monte San Vito. Per attenuare il conflitto la Regione ha emanato diversi bandi che danno contributi per le recinzioni e cani da guardia. «Il numero dei lupi in Italia - denuncia Danilo Baldini della Lega Anticaccia per le Marche - dimostra quanto ancora la specie sia tuttora a rischio estinzione. Malgrado ciò, non si placa la campagna di odio corredata da proposte di leggi che ne richiedono perfino la riapertura della caccia».
L’attacco
Per il delegato Lac, sono i cacciatori direttamente interessati a creare un clima di ostilità e di paura. «Il lupo è il maggior competitor nella caccia al cinghiale e al capriolo e riduce i loro guadagni con i ristoranti e la filiera della carne di selvaggina», l’accusa degli ambientalisti. Dall’altra parte, gli agricoltori di Coldiretti denunciano i danni agli allevamenti causati dai lupi: nel 2022 ci sono stati 65 attacchi in 39 aziende agricole, di cui hanno fatto le spese 113 pecore e capre, 21 puledri e 17 vitelli.
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Corriere Adriatico