Marche e lavoro, Popa (imprenditore edile): «Operai dall’estero? L’iter è troppo lungo»

Ndricim Popa, imprenditore edile di San Severino
SAN SEVERINO - Ndricim Popa, imprenditore alla guida di un’azienda edile di San Severino: oltre all’impennata del prezzo delle materie prime sul mondo...

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SAN SEVERINO - Ndricim Popa, imprenditore alla guida di un’azienda edile di San Severino: oltre all’impennata del prezzo delle materie prime sul mondo dell’edilizia impatta anche la difficoltà a reperire manodopera. Che ne pensa?


«È sempre stato difficile trovare operai che lavorano nei cantieri ma adesso, con il mondo dell’edilizia che nei nostri territori può contare sia sulla ricostruzione post-sisma che sui bonus governativi, che spesso si intrecciano con i bonus-sisma, è diventata un’impresa praticamente impossibile». 

 
Lei come la sta vivendo la situazione?
«Sto rifiutando lavori che non posso fare perché le scadenze sono troppo ravvicinate per la conclusione dei cantieri e, soprattutto, perché non ho gli operai: viste le richieste che quotidianamente mi arrivano da privati che vogliono sistemare la propria abitazione avrei lavoro per più di 50 dipendenti, ma non li trovo. Sulle materie prime poi i rincari, inaccettabili, arrivano al 35%». 


Ha mai preso in considerazione l’ipotesi di prendere operai dall’estero?
«Nell’ultima manovra fatta dal governo è stata inserita la possibilità, col decreto flussi, di far venire lavoratori dall’estero ma l’iter è troppo lungo e complicato e scoraggia le aziende a fare questo tipo di ricerca. Bisognerebbe fare il contratto di lavoro al dipendente che individui che so, in Albania, per farlo poi arrivare a lavorare in Italia. Tutto passa attraverso l’ambasciata che deve rilasciare il visto d’ingresso. Ci vogliono tempi biblici. Sarebbe stato sufficiente identificare il lavoratore extracomunitario attraverso il passaporto al suo ingresso in Italia, le verifiche si fanno oggi in modo digitale in pochissimi minuti. Invece la burocrazia che c’è rallenta tutto l’iter e scoraggia aziende e lavoratori stranieri».

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Corriere Adriatico